I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Terni hanno eseguito una misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Terni nei confronti di 5 albanesi per detenzione a fini dello spaccio di cocaina.
Gli arrestati sono sospettati di aver rifornito la piazza ternana di circa 3 kg di cocaina in meno di due settimane, riuscendo a comprare, confezionare nella loro casa base e vendere 1 kg di cocaina per volta in pochissimi giorni.
Le indagini, portate avanti dagli uomini dell’Arma coordinati dal PM Marco Stramaglia con la supervisione del Procuratore Alberto Liguori della Procura della Repubblica di Terni, sono partite sviluppando gli elementi investigativi emersi a seguito dell’arresto, effettuato da un equipaggio della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Terni, nel marzo scorso durante un normale controllo, di un albanese trovato in possesso di 500 gr di cocaina suddivisa in dosi e di 14.000 euro in contanti.
L’attività investigativa messa in atto, che dato il particolare periodo in cui è stata portata avanti è stata convenzionalmente denominata “Quarantena”, ha permesso di accertare che i 5 stranieri arrestati si occupavano di acquistare lo stupefacente nel nord Italia, di trasportarlo fino a Collescipoli dove, all’interno di un’abitazione appositamente affittata, procedevano a confezionare le dosi che immettevano senza soluzione di continuità direttamente sul mercato ternano.
L’illecita attività svolta all’interno di quell’abitazione, posta in una zona tranquilla e un po’ isolata di Collescipoli, monitorata dagli investigatori con alcune telecamere, è stata ulteriormente provata da una perquisizione svolta nei giorni scorsi nel corso della quale sono stati arrestati in flagranza i 5 albanesi ai quali sono stati sequestrati poco più di 300 gr di cocaina, tutto il materiale per il confezionamento delle dosi, vari bilancini di precisione e quasi 5.000 € in contanti ritenuti provento dell’attività di spaccio.
I cinque, ancora in carcere a Sabbione a seguito dell’arresto in flagranza, si sono visti notificare dai Carabinieri la misura cautelare in carcere riguardante fatti antecedenti all’arresto, scoprendo così di essere stati pedinati e controllati per giorni.