“Annunciamo sin da ora che presenteremo interrogazione nel prossimo question time in consiglio regionale perché troviamo vergognoso che, per la destra, essiccare i fanghi di fogna dell’intera regione debba essere l’unico modello di sviluppo per la città”.
Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, in merito all’impianto di essiccazione fanghi che sorgerà in via Vanzetti senza la necessità della Valutazione dell’Impatto Ambientale.
“Tutto questo stupisce ancora di più – afferma ancora De Luca – alla luce dei criteri per le aree idonee e non idonee alla localizzazione di impianti di gestione rifiuti individuate nel nuovo Piano dei Rifiuti in cui viene dichiarato esplicitamente che ‘in riferimento alla protezione della popolazione dalle molestie, tali impianti debbano essere posti a distanza di sicurezza dai centri abitati’. Distanza che non deve essere inferiore ai 1500 metri nei casi di impianti che trattano rifiuti biodegradabili e putrescibili indipendentemente dalla presenza di eventuali opere di mitigazione previste in presenza di funzioni sensibili.
Non è un caso se, ad oggi – sottolinea ancora l’esponente 5 Stelle – sul nuovo stadio e sul nuovo ospedale abbiamo sentito solo tanti annunci, mentre per questo impianto si va avanti senza freni. Uno scenario in cui non possiamo neanche escludere la possibilità di riattivazione degli inceneritori ternani per bruciare rifiuti urbani tal quali, visto che proprio il nuovo Piano dei Rifiuti Urbani preadottato dalla giunta Tesei prevede la chiusura del ciclo tramite incenerimento. Oltre a questo, il pericolo per i ternani è rappresentato dalla scelta di trasformare una delle aree più inquinate d’Italia nella capitale dei fanghi reflui di tutta la regione. Tra l’impianto di essiccazione di via Vanzetti e la centrale a biometano di Vascigliano parliamo del passaggio di decine di Tir al giorno contenenti liquami, carcasse e rifiuti putrescibili. E quindi traffico pesante e cattivi odori. L’ennesimo abominio della destra sul fronte ambientale e un danno potenzialmente enorme anche per l’immagine della città di San Valentino. Ma, stranamente, un abominio che non trova ostacoli a differenza di tanti altri progetti di sviluppo di cui ormai sentiamo parlare da troppo tempo”.