Fra le tante delibere approvato oggi dalla giunta comunale spicca quella sul protocollo d’intesa fra il comune di Terni e Ast Arvedi per l’intervento di bonifica denominato di Landfill Mining.
La cosa era già nota, era già stata anticipata dallo stesso sindaco Bandecchi e confermata dall’amministratore delegato di Ast Arvedi Dimitri Menecali qualche giorno fa, che non la riteneva più un ostacolo sulla strada che dovrebbe portare alla firma del contratto di programma.
Quello che non si sapeva era il dissenso dell’assessore all’ambiente Mascia Aniello che ha espresso voto contrario e poi ha messo nero su bianco le sue ragioni.
“Ringrazio il Sindaco Stefano Bandecchi per aver reclamato dalle Acciaierie Arvedi AST, finalmente, dopo oltre un secolo di catastrofico laissez faire, l’applicazione di nuovi materiali impermeabilizzanti, di coperture e di più efficaci misure di confinamento dei rifiuti industriali rispetto al disastro ecologico di sempre – scrive in una nota l’assessore – Gli esprimo inoltre viva riconoscenza per l’esigere da costoro, per la prima volta, tecniche di inertizzazione dei fanghi già operative altrove nel Mondo.
Come opportunamente anticipato al Primo Cittadino medesimo, ho tuttavia segnalato non solo l’irritualità metodologica (prima la delibera e poi il progetto), ma anche come l’odierna delibera di Giunta sia stata composta in modo incongruo, senza nemmeno tener conto dei limiti tecnici del vecchio progetto, limiti già evidenziati ufficialmente dallo stesso assessorato comunale all’Ambiente in sede ministeriale.
Inoltre mancano puntuali certezze sul fronte ambientale, perché non esiste un piano aggiornato conformemente alle sacrosante richieste tecniche volute dal Sindaco: per questi motivi, per le mie deleghe, nessuna apertura di credito e voto contrario alla delibera di Giunta e all’ennesimo tentativo di ampliamento delle discariche delle Acciaierie Arvedi AST, operazione da costoro immaginificamente definita ‘Landfill mining’.
Inoltre sta emergendo come, tra Pentima e Valle, area ecologicamente compromessa, tali discariche siderurgiche continuino a rilasciare metalli pesanti negli acquiferi, senza che sia individuata una credibile e definitiva soluzione, a 15 anni dalle prime notizie dello stesso tipo.
Gli stessi protagonisti di queste e di altre storie – conclude l’assessore – vorrebbero tuttavia proseguire a scaricare velenosi rifiuti, come se nulla fosse, ora anche nella zona della ex discarica comunale, quando, sin dal 2012, stando all’A.I.A., costoro sarebbero invece dovuti passare a ‘un sostanziale regime di recupero e riutilizzo’ nella gestione delle scorie industriali, riducendo fortemente la produzione di rifiuti: dinanzi a reiterate inadempienze, negligenze e pretese, personalmente, politicamente e amministrativamente non intendo affatto soprassedere, né piegare la testa, per cui pubblicamente mi oppongo e mi opporrò ancora, in futuro, al loro disegno sull’area, a meno che il futuro progetto soddisfi integralmente le richieste avanzate dal Sindaco in sede ministeriale, unitamente alla indifferibile necessità di porre in sicurezza anche il resto delle discariche siderurgiche, da tempo colabrodo”.