Maggioranza assente in una delle sedute più importanti del consiglio comunale, quella sul Documento Unico di Programmazione (e domani c’è quella sul Bilancio). Questo la dice lunga sullo stato dei rapporti nel centrodestra, alla vigilia delle elezioni amministrative.
Opposizione ovviamente all’attacco con il Movimento 5 Stelle che paragona quanto sta succedendo in queste ore alla sfiducia che colpì il Ciaurro2.
“Si ripete il copione già visto nella stagione del professor Ciaurro – si legge in una nota del gruppo consiliare 5 Stelle – Solo pochi giorni fa il centrodestra ha lanciato l’ennesimo appello all’unità, smentito nei fatti nel giro di poche ore. Con quale faccia possono dire di presentarsi con una proposta unitaria alle prossime elezioni di Terni? Così cade il regno della destra del finto cambiamento a Terni e si consuma il fine mandato del sindaco Latini, sublimato dalla guerra intestina tra partiti che si sono sostenuti solo per interessi personali. Oggi il consiglio comunale era convocato per la discussione di fine mandato sul Documento unico di programmazione che rappresenta l’atto politico più importante dell’azione amministrativa. Convocazione che anticipa quella di martedì dedicata al bilancio di previsione 2022-25 che avrà probabilmente lo stesso esito: mancanza del numero legale e seduta sciolta. Anziché presentarsi alla discussione la maggioranza si è data alla fuga. L’ennesimo schiaffo a una città in ginocchio. Più che a una classe dirigente siamo in mano a una banda di irresponsabili e arrivisti della politica che non sono assolutamente in grado di guidare la città”.
Non meno duro il commento di Alessandro Gentiletti, Senso Civico: “La sfiducia di oggi da parte della maggioranza consiliare – scrive Gentiletti – che ha disertato l’aula, ha un chiaro significato politico e a mio giudizio un destinatario inequivocabile: l’assessore al bilancio e alle partecipate. È una chiara sfiducia politica verso le scelte finanziarie di questi anni e chi ha gestito il bilancio dell’ente, ora messo a repentaglio insieme all’uscita dal dissesto, sempre più incerta. I cittadini, le famiglie e le imprese devono essere tutelati e non possono essere compromessi. Il potere democratico è nelle mani del sindaco, gli è stato attribuito dai cittadini e prima di restituirglielo, assicuri una transizione sicura, lo faccia per i contribuenti e i creditori dell’ente. Nell’interesse del bene superiore che tutti siamo chiamati a servire e che è la democrazia e i suoi processi. Per questo gli rivolgo un appello: assuma quanto prima le deleghe al bilancio e ne chieda la discussione e il voto in aula. Sarà poi il voto popolare, che è sovrano, a decidere il resto e a farlo a tempo debito”.