A Terni è allarme demografico. La nostra città si conferma tra le più “vecchie” d’Italia.
Il 26,5% della popolazione ha più di 65 anni (contro il 22,6% della media nazionale) e il 14,3% ha più di 75 anni.
Al contrario diminuisce la fascia giovane della popolazione. Soltanto l’11,7% dei ternani ha meno di 15 anni di età.
Altro dato significativo, il 62% della popolazione ternana ha un’età compresa fra i 15 e i 64 anni.
L’età media dei ternani è salita a 47 anni e mezzo. In base a questi dati per ogni 100 abitanti attivi (15-64 anni) ce ne sono 71 non attivi (0-14 anni e 65 anni anni e oltre).
Anche nel 2018 è proseguito il trend che sembra inarrestabile: le persone defunte sono il doppio di quelle nate. I nuovi nati hanno raggiunto un record storico negativo, sono stati appena 687 (20 in meno rispetto al 2017) , il 20% sono stranieri. Ad abbassare ulteriormente l’indice di natalità sono stati gli italiani.
Nel 2018 sono diminuiti i decessi , 47 in meno rispetto al 2017, in totale sono morte a Terni 1.325 persone. Nonostante la leggera diminuzione , il numero dei decessi è quasi il doppio rispetto a quello delle persone nate.
Pertanto, al 1 gennaio 2019, i ternani erano 110.749 contro i 111.189 del 1 gennaio 2018. I cittadini italiani sono meno di 100 mila, per l’esattezza 97.226 (772 in meno rispetto a un anno fa) mentre è aumentata la popolazione straniera che è formata da 13.523 residenti (+332 rispetto a un anno fa). La percentuale degli stranieri residenti è pari al 12,2% della popolazione, più alta di 3 punti rispetto al dato nazionale.
GLI ALTRI DATI
1 famiglia su 3 che risiede a Terni è composta da una sola persona. Oltre il 40% dei ternani non è sposato (20,3% nubili e 21,5% celibi). In costante calo il numero dei coniugati che, oggi, rappresentano il 46,1% delle famiglie.
La popolazione è soprattutto donna: 6.239 in più rispetto agli uomini. Ciò è favorito anche dal fatto che ben il 58% della popolazione straniera è costituita da donne.
Dal 2000 ad oggi si è dimezzato il numero dei matrimoni, soprattutto a causa della forte diminuzione dei matrimoni religiosi (oggi sono solo il 36% del totale). Avanza inesorabile anche l’età media nella quale ci si decide a sposarsi ( fra i 30 e i 39 anni, sia per gli uomini che per le donne). Uno degli effetti è che sale anche l’età media delle nuove mamme (33 anni le mamme italiane), 30 anni (le mamme straniere).
“L’invecchiamento della popolazione, il forte calo della fecondità, il crollo dei matrimoni, l’aumento della componente straniera della popolazione e la parallela diminuzione di quella italiana – fanno notare i SERVIZI STATISTICI del Comune di Terni che hanno elaborato i dati – sono condizioni comuni a tutta l’Italia, ma a Terni gli indici demografici che misurano tali fenomeni, appaiono tutti particolarmente amplificati. Se non saranno contrastati in qualche modo porteranno inevitabilmente a scenari in cui non sarà garantito quell’equilibrio strutturale tra le diverse componenti della popolazione, necessario per ottenere una condizione di benessere economico e sociale”.
Questi dati sono stati così commentati dal sindaco di Terni, LEONARDO LATINI
“In questo nuovo rapporto sulla demografia sono descritte, nella crudezza dai dati, le emergenze più importanti e per certi versi drammatiche, delle quali siamo ben consapevoli e con le quali dobbiamo confrontarci ogni giorno come amministratori della città. Dati che, purtroppo si aggiungono a quelli altrettanto drammatici sulla disoccupazione giovanile.
E’ chiaro a tutti che si tratta di tendenze che si sono messe in moto da tempo. Per arrestarle non serve la bacchetta magica, quanto piuttosto una visione di lungo periodo. In primo luogo, come abbiamo più volte sottolineato nei nostri documenti di programmazione, è necessario immaginare un nuovo modello di sviluppo per la città che si affianchi e non necessariamente sostituisca quello precedente, ma che possa fornire occasioni di lavoro ai giovani consentendo loro di restare qui e di creare una famiglia: per questo senza negare la tradizionale vocazione manifatturiera dei nostri territori e l’enorme esperienza accumulata in questi settori che vanno difesi con tutte le nostre forze, abbiamo iniziato a lavorare per una città più attrattiva con la realizzazione graduale di nuove infrastrutture nei settori del turismo, dello sport, della ricerca e dell’innovazione, particolarmente adatti a possibilità di occupazione per i giovani. Allo stesso tempo dobbiamo orientare le nostre politiche del welfare basandoci sui dati demografici che ci parlano di una città più anziana rispetto alla media nazionale, con famiglie sempre più ristrette, con sempre meno nascite e con una presenza di stranieri molto più elevata rispetto alla media nazionale. Dovremo perciò sviluppare e stimolare politiche di comunità, affinché la gente, gli anziani delle tante famiglie mononucleari si sentano meno soli. La città, i suoi servizi sociali e la comunità cittadina, dovranno sempre di più sostenere le famiglie giovani di nuova formazione e i cittadini più fragili della nostra comunità, attraverso politiche mirate”.