“Dobbiamo chiederci una volta per tutte se può Terni sopportare annualmente questa costosissima Tassa dei pini dovendo tagliarne sistematicamente le radici, rifare completamente interi tratti di marciapiedi e di manti stradali, aumentando soprattutto in questo modo ad ogni temporale il rischio di caduta degli esemplari più alti, più sbilanciati e più fragili nel loro apparato radicale ripetutamente amputato oppure, in alternativa, provvedere ad una graduale riqualificazione”.
La domanda se l’è posta l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Terni in relazione alla situazione che si è creata in alcune strade e alcuni marciapiedi della città. L’assessore cita diversi casi: la situazione del parcheggio degli Uffici Finanziari e di via Bramante, i marciapiedi di via Borsi e di via G.B.Vico letteralmente disintegrati in vari punti per non dimenticare vari tratti del Lungonera dove, in seguito alla caduta di un pino, siamo stati costretti al rinnovo delle alberature ed al rifacimento del marciapiedi e della strada che sembravano scossi da un movimento tellurico. Anche in viale dello Stadio nella parte antistante le Piscine, in entrambi i sensi di marcia, nonostante l’intervento di taglio delle radici operato pochi anni fa il bitume si sta di nuovo sollevando di mese in mese, causando pericolo soprattutto per gli scooter. Numerosi pini in alcuni viali, dopo il nubifragio violento di pochi giorni fa, sono piegati in modo del tutto anomalo tale da far presagire il pericolo di una caduta. Sono in corso verifiche da parte degli esperti della Comunità Montana, dell’Agenzia Regionale per la Forestazione e di liberi professionisti, per provvedere, nel caso, alla messa in sicurezza delle singole situazioni di pericolo: tra queste, via Buonarroti, via Borsi, via Alfonsine”.
”Stiamo predisponendo una sorta di libro bianco – ha affermato l’assessore Melasecche – per certificare una situazione molto grave cui occorre gradualmente porre rimedio facendo emergere quanto strumentali siano alcune polemiche. I pini sono alberi bellissimi quando si sviluppano liberamente nei parchi ma le scelte miopi di molti anni fa nel metterli a dimora in ambiente urbano fra i palazzi, senza spazio e con poca luce, li ha costretti a svilupparsi in sofferenza, su altezze eccessive, con potature inappropriate, accelerando il processo di innalzamento dei fusti spesso contorti. I tagli ripetuti delle radici hanno aggiunto instabilità. Occorre evitare di stazionare o passare durante i temporali e nelle giornate particolarmente ventose.
Il secondo semestre del 2018, l’annus horribilis del dissesto – ha aggiunto Melasecche – volge al termine ma siamo costretti ancora chissà per quanti mesi o anni a tirare la cinghia prima di poter affrontare la manutenzione di strade e scuole come vorremmo, con un piano industriale come si conviene ad una città efficiente e ben organizzata. Siamo moderatamente ottimisti, ma riteniamo corretto informare la città sulle difficoltà che quotidianamente incontriamo”.