Si è spento a 98 anni Roberto Bellucci, pittore, scrittore, poeta di indiscusso valore. Un uomo d’altri tempi, sempre gentile ed educato con tutti, pronto ad aiutare chiunque avesse bisogno, un uomo colto che tanto ha dato alla sua città d’adozione, Terni.
Nato nel 1922 a Gubbio, qui ha trascorso la fanciullezza prima di trasferirsi con la famiglia a Roma. Conseguita la maturità al liceo artistico di via Ripetta, ha seguito il corso di pittura all’Accademia di belle arti sotto l’insegnamento di Amerigo Bartoli e il corso di incisione con Umberto Prencipe e Mino Maccari. Contemporaneamente ha frequentato l’ambiente della “Scuola romana” allievo di Giuseppe Capogrossi e Roberto Melli. Del periodo della “Scuola romana” resta una vasta produzione caratterizzata da un figurativismo di gusto tonale con molteplici ritratti colti con intensa introspezione psicologica. Nel prosieguo della sua ricerca estetica, Bellucci si è allontanato dal figurativismo approdando, attorno agli anni Sessanta, ad una stilizzazione delle immagini per poi giungere all’accettazione di una poetica neo informale che sfocerà, nella sua più recente produzione, in un astrattismo lirico basato sulla forza espressiva del colore. Nel 1952 il Comune di Roma gli ha acquistato un’opera per il Museo di Roma. Dal 1954 al 1967 è stato insegnante di figura disegnata al liceo artistico “Copernico” della Capitale e dal 1968 al 1992 discipline pittoriche all’istituto d’arte di Spoleto. Successivamente è stato docente di storia dell’arte e discipline pittorico-plastiche all’università della Terza età di Terni, dove nel frattempo si era trasferito. Nel 1956 ha ottenuto il premio di pittura bandito dal Ministero della pubblica istruzione al quale segue, nel 1973 il premio “Domizia” e nel 1974 la medaglia d’oro “Villa San Giovanni”.
La sua prima mostra personale l’ha tenuta nel 1957 alla Sala Besso a Roma con una prefazione in catalogo di Roberto Melli alla quale segue, nel 1961, quella alla galleria La Saletta a Roma, con prefazione in catalogo di Carlo Quaglia. Nel 1969 il Centro studi Antonio Manieri di Roma gli ha conferito il diploma di benemerenza con medaglia d’oro. Dal 1971 al 1974 le sue acquaforti corredano le pregiate pubblicazioni dei poeti Arthur Praillet, Libero de Libero, Giovanni Ferri e nel 1998 anche di Franco Prete. Nel 1980 ha allestito una personale alla galleria Sagittarius di Terni con prefazione in catalogo di Bruno Sestili. Nel 1991 gli è stato conferito il premio internazionale “San Valentino d’oro”. Nello stesso anno ha realizzato, con altri sei pittori, due tele di grandi dimensioni riguardanti il complesso delle quattordici stazioni della “Via Crucis” per la chiesa della Madonna del prato di Civitella del Lago, frazione di Baschi. Nel 1997 ha realizzato una scultura in bronzo alta tre metri raffigurante San Francesco e il lupo, collocata nel centro storico di Gubbio.
Se n’è andato non solo un grande artista, ma un uomo dall’umanità sconfinata. I funerali di Roberto Bellucci si terranno martedì 25 febbraio alle ore 14.30 nella chiesa del Sacro Cuore a Terni.