E’ stato un Festival di “maturazione” afferma Arnaldo Casali direttore di ISTESS che ha organizzato la 18^ edizione del Terni Film Festival Popoli e Religioni.
Tanti i cambiamenti in questa edizione che ha segnato la maggiore età del Festival, “dall’autista che trasporta gli ospiti, all’albergo che li ospita, la tipografia, il direttore artistico – afferma Casali – e la grande novità di quest’anno è che il Festival cammina da solo tanto che io mi sono sentito più tranquillo, più rilassato, più sereno perché c’era la migliore organizzazione di sempre, mi sono potuto godere dei film in sala come il focus sull’Ucraina”.
Sono stati 3 i mila i titoli selezionati fra lungometraggi e corti da tutto il mondo , numeri che dimostrano “l’autorevolezza” raggiunta dal Festival.
“Se avessimo più risorse potremmo crescere ulteriormente – aggiunge Casali – però io sono orgoglioso di riuscire a gestire questi pochi soldi che abbiamo, un budget di 50 mila euro che è ridicolo. Per un festival come questo ci vorrebbero 300 mila euro, se qualcuno si svegliasse si potrebbe fare molto di più, non si può fare affidamento solo sul volontariato, ci vogliono anche i professionisti”.
Si è ancora in attesa di una legge regionale che finanzi i festival cinematografici: “siamo ancora qui – aggiunge Casali – a raccogliere le briciole. Il cinema bisogna prenderlo sul serio, ha un valore educativo importantissimo, è qualcosa di fondamentale per la crescita culturale e sociale, per l’integrazione, per la formazione di una coscienza critica”.
Comunque, “è stato un festival molto bello, senza personalismi e con un senso di comunità fortissimo”.
Chiusa questa edizione si comincia subito a pensare alla prossima: “mi piacerebbe proiettare a Terni il film di Susanna Nicchiarelli su Santa Chiara che abbiamo presentato in Vaticano – afferma il direttore di ISTESS – mi piacerebbe implementare le produzioni , che i film li facessimo oltre che farli vederli e mi piacerebbe fare un focus sul Bangladesh”. Tra gli ospiti, quest’anno c’è stato Phaim Bhuiyan, di origini Bangla (anche se italianissimo) che ha presentato la serie Tv tratta dal suo primo film “Bangla” di grande successo.
Quanto al direttore artistico Casali non si sbilancia. Par di capire che Moni Ovadia, forse, lascerà. “Sono contento se rimane Moni Ovadia – afferma – ma non ho paura di cambiare, sono aperto a tutto ciò che succederà”.