La sala dell’orologio del Caos era stracolma per ascoltare i ricordi e gli aneddoti e per vedere le foto e i video di Lorenzo Barone impegnato nelle sue avventure estreme in bicicletta. C’era così tanta gente che è stata aggiunta una fila di sedie, molti erano in piedi e alcuni seduti sul pavimento.
Probabilmente tanto entusiasmo e tanto affetto non se lo aspettava nemmeno il protagonista , anche se qui è di casa. E avrà contribuito ad alzargli l’emozione non essendo abituato a parlare in pubblico. Ma dovrà abituarcisi in fretta visto che ha iniziato un vero e proprio Tour che lo porterà a raccontare la sua vita sulla bicicletta in tante città italiane dove è stato invitato: nel solo mese di novembre sarà il 24 a Belluno, il 25 a Gazzolo (Verona), il 26 a Faenza, il 29 a Milano e il 30 a Torino. E poi tante altre tappe nel mese di dicembre, a Biella, Pescara, Padova, Verona, e Pavia, fra le altre.
“Voglio condividere – ha iniziato il suo racconto speciale, Lorenzo – le esperienze degli ultimi 7 anni e mostrare un altro approccio , non usuale , alla vita”.
La grande avventura in bicicletta di Lorenzo è iniziata nel 2015, “ero partito da casa, non avevo soldi da parte e quindi avevo testato la bicicletta di mia madre che era in cantina da anni”. Con delle taniche verdi , come fa vedere in una foto, aveva realizzato le borse della bicicletta e ha cominciato il suo viaggio “per scappare, per evadere dalla vita di tutti i giorni, dalla routine. Ero stanco, volevo una vita nuova, un’esperienza nuova da vivere e quindi ho preso il carrello, sono partito e ho fatto 4 mila chilometri da casa al Portogallo, passando per il nord della Francia. E’ stata una esperienza che mi ha cambiato , temevo ci fossero tante persone cattive e invece ho trovato tanta umanità , persone disponibili ad aiutarti nei momenti difficili”.
“Avevo una visione distorta della realtà”, ammette Lorenzo che mostra la foto di un bastone che si era portato appresso, nel caso avesse avuto bisogno di difendersi.
Tornato a scuola, diciamo che si è allenato con delle “puntatine” sulle Alpi, sugli Appennini e sull’Etna.
Ha così scoperto che anche gli “ambienti freddi mi attraevano, mi facevano sentire vivo” e quindi alla fine dell’anno scolastico, dopo aver acquistato una bicicletta nuova a Berlino, è partito per Capo Nord, poi l’Islanda, la Lapponia dove “ho passato un mese al buio senza mai vedere il sorgere del sole. E’ stata un’esperienza bellissima e la più importante perché è stata la prima”.
Ha pensato, a un certo punto , anche di smettere perché era passato da una routine all’altra quando, prima di appendere la bicicletta la chiodo “ho deciso di direzionare in modo diverso il mio punto di vista riguardo i viaggi in bici e di trovare nuovi stimoli e quindi ho deciso di andare ad attraversare il Pamir. E’ stata la conferma che non dovevo smettere di viaggiare in bici ma dovevo semplicemente viaggiare in bici in luoghi che non avevo mai sperimentato prima”.
Dal grande freddo al grande caldo, in Africa, l’Hymalaya, i -50 gradi nel gelo siberiano, la strada più a Nord del mondo, l’incontro imprevisto con Aygul che ha poi deciso di sposare in Yakutia.
25 anni che sembrano una vita intera tante le straordinarie cose che ha vissuto e che può raccontare.
L’obiettivo ora è completare quel viaggio che ha dovuto interrompere dopo aver pedalato per 20.733 Km. e 221 giorni “anche se arriverò a Magadan che è la strada più lunga del mondo ma non il percorso più lungo del mondo che volevo fare perché per arrivare allo stretto di Bering c’è la Cukotka che è una regione militare chiusa anche per i cittadini russi”.
L’incontro di ieri sera è stato organizzato dal Club Alpino Italiano di Terni, “Stefano Zavka”.