Avevamo ospitato un suo intervento lo scorso 31 ottobre
https://terninrete.it/notizie-di-terni-cronache-di-forza-italia/
La dottoressa Rita Diamanti rivolge un appello ai dirigenti locali di Forza Italia affinché colgano un “ultima occasione” per cercare di evitare il disfacimento definitivo del partito. L’occasione la individua in un luogo di confronto (stati generali, assemblea plenaria) prima che si atroppo tardi.
DI RITA DIAMANTI
Sono stata indecisa se rimanere in silenzio oppure esperire un estremo tentativo; poiché sono un’inguaribile ottimista ho deciso di scrivere ancora, persuasa che se non operi costantemente per il bene, il male prevarrà.
Cominciamo con i punti non oggetto di discussione. Forza Italia, in pochi anni, è passata da oltre il 30% dei consensi a circa il 6 % su scala nazionale. Le recenti elezioni regionali in Umbria hanno rivisto al ribasso il già negativo trend, con un risultato finale pari al 5,5%; in particolare Terni (unico partito della coalizione vincente) non è rappresentata in Consiglio Regionale, tantomeno in Giunta. Questi i fatti, che ci indicano un partito in crisi di consensi verticale e, quel che è più grave, senza alcuna idea sensata per invertire il trend, senza alcun serio confronto interno per valutare la situazione, senza la minima assunzione di responsabilità da parte di coloro che, per le cariche rivestite, ne sono oggettivamente responsabili.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, oserei dire la beffa oltre il danno, è stato lo stupefacente comunicato del recente Direttivo Provinciale nel quale sostanzialmente si sosteneva che “…non era andata troppo male, che sarebbe potuta andare peggio, che le colpe andavano ricercate altrove e che, per favore, il confronto sia civile e interno, evitando gli organi di stampa”. Il comunicato di cui sopra veniva esternato da un Coordinamento Provinciale, di stampo carbonaro, per la prima volta non allargato a tutti i dirigenti e iscritti, temendo forse un dissenso interno prevedibile dopo gli ultimi disastri.
Ho detto disastri e lo ribadisco, senza timore di smentita o di procedimenti disciplinari sconclusionati, siamo di fronte ad un partito in rapida evaporazione, la cui gestione locale è stata ed è, al minimo, eccepibile. Forza Italia a Terni sembra una contesa balcanizzata, tra chi governa soltanto se stesso e i propri amici, chi indica i responsabili e rischia di essere processato e chi viene escluso perché dichiarato ufficialmente morto (ma i morti, talvolta, ritornano).
Francamente, la situazione non appassiona e di sicuro rischia di allontanare la forza vitale di qualsiasi partito, ovvero gli elettori, gente normale, perbene, che lavora e non vive di politica, che vorrebbe sapere se i propri referenti istituzionali hanno ancora qualche neurone attivo o soltanto assenza d’idee sostituite dalla confusione totale.
Qui non si tratta di fare processi, né esecuzioni sommarie che tanto sembrano piacere a qualcuno, bensì di procedere per passi logici verso ipotesi solutive.
Non capite o fate finta di non capire? Vi aiuto: ammettere la sconfitta (non abbiamo vinto nulla, siamo del tutto ininfluenti nei successi del centrodestra e rischiamo di scomparire), mettere i propri incarichi a disposizione (non per soddisfare vendette altrui, piuttosto perché è così che si fa e si deve fare), favorire un dibattito ampio e libero, ascoltando tutti gli iscritti e le loro energie positive (gli iscritti non sono scocciatori da evitare, bensì la premessa indispensabile per qualsiasi partito che voglia avere ancora un futuro). Sì, lo so, i congressi unitari di stampo sovietico sono indubbiamente comodi, ma voi credete che in quegli anni e a quelle latitudini la democrazia era di casa?
Sicuramente io non sono così esperta come voi geni della politica, ma lo strumento è semplice, chiamateli stati generali, assemblea plenaria degli iscritti, riunione tra gente di buona volontà. Un luogo lo si troverà, magari volerà qualche giudizio sarcastico, ma s’imboccherà una strada, s’intraprenderà un nuovo percorso, un nuovo inizio, auspicabilmente ancora un minuto prima della fine di tutto.
Certo, qualcuno dovrà chiedere scusa, qualcun altro tornare ad occuparsi del proprio lavoro, se ne ha, altrimenti è ora che se lo cerchi, parlo di lavoro vero, non di politica stipendiata, altri tornare sui libri scolastici, forse affrettatamente abbandonati.
Non sarà il “redde rationem” o il “dies irae” che silenziosi personaggi con la coda di paglia giustamente temono, solo un costruttivo confronto, seguito però da una necessaria inversione di tendenza, basata sulle idee, sul merito e sul consenso reale. Occorre farlo subito, direi che adesso è già tardi, riscoprendo e attualizzando le idee rivoluzionarie che hanno fondato Forza Italia alle origini, consentendole di essere il perno di un centrodestra moderato, liberale, garantista, sintesi tra provenienze disparate ma unificate da una comune fede nelle idee democratiche. Io sono per il Berlusconi innamorato della lucida follia di Erasmo da Rotterdam, non per l’attuale incerto Stranamore di Arcore, circondato da una corte dei miracoli di cui possiamo fare a meno.
Ecco qua, vi ho detto e ripetuto cosa andrebbe fatto, cosa noi che, non contiamo nulla, vorremmo che voi faceste, alla svelta. Se invece, l’unica cosa che v’interessa è la mia tessera d’iscritta, venitevela a prendere, sarà la posta che vi contenderete continuando a giocare (sulla nostra pelle) a un triste e inutile tressette con il morto.