“L’amministrazione precedente ha usato tutti i criteri di prudenza rimettendo in carreggiata i conti di questo comune”. Lo ha detto Marco Cecconi, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, durante la conferenza stampa indetta per confutare i numeri diffusi dal sindaco di Terni sui conti del comune. E la frase riassume in se il pensiero del partito che respinge al mittente le critiche di incapacità avanzate dal sindaco nei confronti di coloro che amministravano prima. “Checché se ne dica – aggiunge Cecconi – perché la propaganda elettorale non finisce mai e non è finita neanche il 30 maggio 2023”.
“Il ministero ha chiuso il dissesto a luglio 2023, il comune di Terni poteva accettare oppure fare ricorso e tenere il dissesto aperto , lamentarsi a questo punto che il dissesto è stato gestito male e chiuso peggio, questo sì è poco intelligente”, dice l’ex assessore al Bilancio della giunta Latini e candidato sindaco Orlando Masselli.
Che confuta i dati di Bandecchi: “ho sentito parlare di 80 milioni di crediti e di 70 milioni di debiti ma non è così, nel documento agli atti vedo, al 31 dicembre 2023, debiti verso i fornitori per 1 milione 89 mila euro, debiti al 31 dicembre 2022 per 1 milione 717 mila euro. Dove sono questi 70 milioni di debiti? forse il primo cittadino confonde i residui attivi e i residui passivi. Ma il residuo nella contabilità pubblica non è il debito o il credito. Mi sembra fuori luogo – ha aggiunto Masselli – sparare numeri a caso , non supportati da nulla di quello che è agli atti del comune”.
Sull’accensione dei mutui che generano ulteriori debiti Masselli ha detto: “negli ultimi 5 anni sono stati contratti mutui per 33 milioni di euro di cui 23 milioni e mezzo sono le anticipazioni di liquidità che abbiamo contratto per pagare i debiti del dissesto. Potevamo non farlo ma chi governa oggi si sarebbe trovato anziché una massa passiva di 62 milioni, una massa passiva con ulteriori 23 milioni e mezzo”. “Tra l’altro 8 milioni di mutui – precisa Masselli – sono serviti a finanziare tutte quelle opere che oggi vengono pomposamente inaugurate. È chiaro inoltre che oggi l’amministrazione non ha bisogno di fare mutui per gli investimenti, eredita oltre 100 milioni di euro dal PNRR, eredita tutta la progettazione europea di oltre 18 milioni di Agenda Urbana quindi è normale che non si contraggano nuovi debiti per fare investimenti”.
“Sentirsi dare del ladro o del poco intelligente , offendere gli amministratori precedenti dicendo che hanno commesso reati è veramente inaccettabile soprattutto quando alle spalle non c’è nessun dato reale – ha detto la consigliera Cinzia Fabrizi – questo modo di fare politica danneggia la città e vedremo, per quanto ci riguarda, come difendere la nostra onorabilità”. Sulle aliquote delle imposte al massimo la Fabrizi ha detto “che è stata una scelta politica dell’amministrazione che avrebbe potuto agire in maniera diversa essendo il Bilancio del 2024 il primo fuori dal dissesto”.
Sugli appalti la Fabrizi ha poi detto: “Essendo un sindaco Bandecchi non può decidere chi far lavorare e chi no a suo piacimento perché ci sono delle procedure amministrative che regolano la gestione degli appalti. Mentre un privato può scegliere chi vuole come fornitore, un amministratore pubblico no”.
“70-80-17” ironizza Cecconi “sono numeri al lotto, giochiamoli sulla ruota di Bari”.