Si sono svolti nella chiesa di Sant’Antonio a Terni, i funerali di Vasco Schiarea il pugile 38enne deceduto in seguito ad un malore lo scorso lunedì in palestra, mentre si apprestava ad allenarsi. Sono state centinaia le persone che si sono strette intorno alla mamma, alla fidanzata e al fratello di Vasco. I funerali sono stati celebrati dal custode del santuario, padre Danilo Tremolada. “Non la facciamo tanto lunga – ha detto inusualmente padre Danilo – anche perché in queste situazioni le parole servono a poco e lo stesso Vasco non amava le cose lunghe.La vita – mi avete detto, visto che io Vasco non lo conoscevo – aveva provato a metterlo a tappeto più volta, senza riuscirci. L’immagine è molto forte e descrive chi era Vasco. Aveva un cuore d’oro, era uno che voleva bene e dentro di ognuno di noi rimane questa bontà che non finisce mai, rimane per sempre: Quando noi ricordiamo una persona , ricordiamo il suo cuore.”
Padre Danilo ha poi aggiunto: “la battaglia che dobbiamo combattere è contro il male, contro la menzogna, Vasco ci insegna questa battaglia.” Ci insegna che l’amore è più forte di qualsiasi altra cosa, di ogni sbaglio della vita, l’amore rimane per sempre, neanche la morte lo cancella.”
Al termine della messa un suo amico ha letto un monologo tratto dal film “Grosso guaio a Chinatown” di John Carpenter con Kurt Russell. E’ proprio Kurt Russell che dice: “i consigli del vecchio Pork Chop Express sono preziosi, specialmente nelle serate buie e tempestose, quando i fulmini lampeggiano, i tuoni rimbombano e la pioggia viene giù in gocce pesanti come piombo. Basta che vi ricordiate cosa fa il vecchio Jack Burton, quando dal cielo arrivano frecce sotto forma di pioggia e i tuoni fanno tremare i pilastri del cielo. Sì, il vecchio Jack Burton guarda il ciclone scatenato proprio nell’occhio e dice: “Mena il tuo colpo più duro, amico. Non mi fai paura”.
Fuori, sul sagrato della chiesa, ad attenderlo, per l’ultimo saluto, centinaia di amici: lacrime, tanti applausi liberatori quasi a sciogliere il dolore, qualche canzone, qualcuno grida “grande Vasco”. Gli striscioni, oltre la grande foto che sovrasta l’ingresso del santuario, sono tre: il primo è “Ciao Bambax”, il secondo è “Ciao Vasco meraviglia” e il terzo è appeso dalla Curva Nord dello stadio Liberati, al di là della strada, c’è scritto “il dolore piega le gambe, come un gancio al mento, ciao Vasco, il tuo ricordo non sarà mai spento.”