“Abbiamo più volte sollecitato la regione a promuovere una legge sugli appalti che cerchi di tutelare al meglio i lavoratori impiegati del sistema degli appalti che già di per se è un lavoro precario. A ogni passaggio di azienda rispetto ai cambi di appalto noi ci troviamo nella difficoltà di dover contrattare fino all’ultimo le stesse condizioni per i lavoratori. In più ci ritroviamo con questo problema serio del sistema degli appalti all’interno di Ast”.
Lo ha detto Lucia Rossi (Filcams Cgil) introducendo la conferenza stampa sulle criticità del settore multiservizi con particolare riferimento agli appalti in scadenza a fine anno in Ast che interessano circa 130 aziende e centinaia di lavoratori (circa 1.500).
Preoccupa il silenzio di Ast anche perché il precedente che riguardava gli esterni della vigilanza di Securitalia non induce all’ottimismo.
“Non si discute il piano industriale – ha affermato Lucia Rossi – ma alcune azioni si stanno compiendo che riguardano in particolare il sistema degli appalti, è come se fosse una riorganizzazione mascherata. Il punto più eclatante è stato l’appalto della vigilanza ma anche per tante altre aziende impegnate all’interno della acciaieria cominciano ad esserci problemi consistenti perché sappiamo con assoluta certezza che o si riducono le attività o si riduce l’importo per quella determinata attività. Non c’è nessuna garanzia sulla salvaguardia dei posti di lavoro. La nostra sensazione – ha detto ancora la Rossi – è che la nuova proprietà di Ast intende ridurre il numero delle aziende presenti dentro l’indotto e la preoccupazione nostra è quella di salvaguardare i lavoratori”.
“Quello che noi chiediamo – ha detto Massimiliano Ferrante (Uiltucs) – è maggiore chiarezza sul futuro dei lavoratori perché a dicembre scadrà la maggior parte degli appalti in Ast e ad ogni cambio di appalto è sempre una ‘guerra’, sul profilo orario , sul numero delle persone impiegate. Continuiamo a chiedere alla regione una legge sugli appalti che tuteli soprattutto la clausola sociale e la salvaguardia del posto di lavoro e la sicurezza nel luogo di lavoro”.
“La nostra sensazione – ribadisce Sergio Sabatini (Fisascat Cisl) – è che si andrà verso una limitazione del numero delle imprese negli appalti Ast . Lanciamo il nostro grido di allarme perché aziende che lavoravano nell’indotto del polo chimico sono state dirottate in acciaieria e se escono da lì dove vanno a finire? nel baratro. Su questo – aggiunge Sabatini – la politica si deve assumere le sue responsabilità ma fino ad ora non abbiamo ricevuto risposte”.
Ferrante , Rossi e Sabatini hanno sottolineato come “nessuna discussione si sia aperta sul tema degli appalti in scadenza. Eppure – sostengono i tre sindacalisti – parliamo di una vicenda enorme per l’impatto che potrebbe avere su centinaia di aziende che vivono solo in funzione delle acciaierie e che danno lavoro a un pezzo importante della nostra città e del nostro territorio”.