“Lo studio scolastico è riduttivo rispetto all’ampiezza, alla vastità del mondo che la scuola stessa propone in una piccola porzione. Dallo studio scientifico che poi è quello che si riversa nei manuali di scuola viene eliminato tutto l’aspetto emotivo, spesso viene eliminata tutta la ricostruzione della vita quotidiana. Non c’è quell’immersione totale, quasi sensoriale nel mondo che questi protagonisti del nostro passato vivevano”. Ed è proprio questo che Antonella Prenner, professoressa di lingua e letteratura latina all’Università Federico II di Napoli, ha cercato di riproporre nel suo romanzo storico “Tenebre”.
L’opera è stata presentata nell’Aula Magna del Liceo Classico Tacito di Terni su iniziativa della locale sezione della FIDAPA BPW e del comitato ternano della Società Dante Alighieri. Presenti, oltre al l’autrice, Maria Rita Chiassai presidente della FIDAPA BPW e Marina Mattei curatore dei Musei Capitolini.
Al suo esordio nella narrativa, la filologa classica Antonella Prenner punta sull’umanità del protagonista, Marco Tullio Cicerone, perché “da professionista del mondo antico ho scoperto, forse per la prima volta, degli aspetti che l’hanno reso a me stessa molto più caro”.
Le vicende narrate sono quelle che vanno dalla morte di Cesare nel 44 a.C. agli ultimi giorni di Cicerone, fino al 6 dicembre del 43, quando due sicari mandati da Marco Antonio gli mozzarono la testa e la mano destra, quella che aveva scritto “le più potenti arringhe del mondo romano”. Antonella Prenner ha ripercorso, anche fisicamente, quei luoghi: Pompei, Baia, Formia. E attraverso “Tenebre” ce li fa conoscere e rivivere consegnandoci tutta una serie di informazioni della storia del passato nonché un tenero Cicerone in dialogo immaginario con la sua dolce figlia Tulliola, morta di parto.