L’Amministrazione comunale di Terni, con la delibera di giunta del 28 dicembre scorso, dichiara che “non intende proseguire con il servizio dei Centri di Aggregazione Giovanile”. Così dal 31 dicembre questi servizi non sono più attivi. Un bel problema per le associazioni che li gestiscono alle quali è stato chiesto di riconsegnare le chiavi delle strutture entro il 29 marzo prossimo. Vengono, così, chiusi tre Centri Giovanili – Palmetta, Progetto Mandela e Nuvole Verdi – con la messa a bando dei restanti, ossia La Siviera, Sant’efebo e Macondo. Si tratta di strutture che, ad oggi, hanno progetti finanziati e in via di svolgimento, progetti europei, progetti su bandi a finanziamento indiretto, servizi finanziati in essere.
“Perché in questi anni di tagli progressivi ai servizi, le associazioni, grazie alla loro abilità progettuale, si legge in una nota, hanno saputo accedere a fonti di finanziamento portando ricchezza nei territori. Finanziamenti che però, rimangono nel campo del no-profit, che non sono finalizzati alla produzione di utili ma al solo svolgimento delle attività. Non vi è quindi margine per spese ulteriori, quali ad esempio l’affitto di stabili. Servizi e progetti a costo zero per l’Amministrazione, aggiungono le associazioni, che vengono da una profonda conoscenza delle dinamiche sociali e culturali, da una sperimentazione e ricerca all’interno degli stessi Centri Giovanili che si è trasformata in proposte innovative quali ad esempio il Concerto dai Balconi, per citarne solo uno tra molti”.
Non solo. Arciragazzi gli Anni in Tasca, Associazione Attenti al Kane, Associazione Demetra, Associazione “Progetto…”, Cooperativa Sociale ACTL Onlus, Cooperativa Sociale Helios Onlus – le associazioni coinvolte – ritengono che nella strutturazione dei bandi ci sia un eccesso di discrezionalità nei criteri di valutazione.
“A differenza degli enti finanziatori quali Comunità Europea, Enti Nazionali e Regionali, Fondazioni private, 8 per mille, spiegano, nel nostro caso non sono indicate priorità, ambiti di intervento, beneficiari. Questo impedisce materialmente sia ai vecchi gestori che agli eventuali nuovi interessati, di poter presentare una proposta progettuale valida”.
Le associazioni rilevano anche una mancanza di programmazione nelle politiche di intervento “dal momento che non c’è stato alcun tavolo di consultazione, valutazione e co-progettazione, processi che fanno ormai parte della prassi implementativa dei settori sociali, culturale e giovanile. Oltre poi a non aver messo a valore la conoscenza che le associazioni hanno accumulato negli anni e che può diventare uno strumento di comprensione dei fenomeni di mutamento sociale su cui si vuole intervenire”.
A fronte di questa situazione le associazioni hanno convocato una pubblica assemblea di confronto, “convinti dell’urgenza di una risposta comune ad una modalità di relazione da parte dell’Amministrazione che non abbiamo condiviso. Quello che viene distrutto con questa decisione sono i servizi che queste associazioni offrono. Capiamo la necessità di fare chiarezza ma le esperienze esistenti non sono necessariamente sbagliate. Vorremmo fosse riconosciuta la ricchezza immateriale che ha per anni abitato degli spazi e che spesso ha anche riqualificato tali spazi attraverso lavoro volontario e presidiato i territori. Riconoscimento che va esteso non solo ai Centri di Aggregazione Giovanile ma a tutte le associazioni che si sono trovate a prendersi cura -e non a sfruttare- degli spazi comunali”.
E da qui la proposta.
“Congelare la procedura per attivare un percorso di ascolto dell’esistente ed in attesa che per ciascun Centro Giovanile siano terminati i progetti finanziati onde evitare di incorrere in problemi di carattere amministrativo e di interruzione dei servizi/progetti anche e soprattutto nel rispetto dei beneficiari”.
Ma anche di “riformulare il bando, inserendo chiaramente priorità, ambiti di intervento e beneficiari”.
Arciragazzi gli Anni in Tasca, Associazione Attenti al Kane, Associazione Demetra, Associazione “Progetto…”, Cooperativa Sociale ACTL Onlus, Cooperativa Sociale Helios Onlus auspicano l’apertura di un tavolo a cui possano partecipare le associazioni “per definire gli ambiti di intervento prioritari, strumenti di valutazione dell’operato e di misurazione dell’impatto sociale. A tal fine si chiede un incontro urgente con il Sindaco e la Giunta in cui poter discutere le nostre proposte, pronti al confronto e alla collaborazione”.