Quale è la notizia? Che il candidato del centrodestra abbia fatto sfracelli sfiorando l’elezione al primo turno? La sua vittoria era pronosticata ampiamente da tutti. Che il Movimento 5 stelle sia andato al ballottaggio e che abbia subito un calo? Idem. La tragicommedia che ha sconvolto il Pd? Anche questo era previsto, anche se si pensava che piovesse non che diluviasse. Forse non s’era pensato ad un calo consistente di Forza Italia (2,5% in meno rispetto alle politiche del 4 marzo). Né era previsto che nel centrodestra che si dava per vincitore già tre mesi fa , la Lega, che esprime anche il candidato sindaco Latini, ruspasse così tanti appoggi.
Nessuno se lo ricorda, ma nelle comunali ternane del 2014 una lista col simbolo Lega nemmeno c’era: voti zero. Quattro anni dopo voti: 14,667 il che significa oltretutto 3.500 voti in più rispetto alle politiche del 4 marzo scorso. La crescita diventa ancora maggiore se si va per percentuali, cosa dovuta al calo dei votanti: il 4 marzo 17,7%, il 10 giugno 29,9. Oltre il 12 per cento in più. Tanto per dire: giusto giusto la consistenza attuale del Pd a Terni che ha ottenuto il 12,57% (era il 21 e spicci il 4 marzo). Cresce anche Fratelli d’Italia ( 4,76% alle politiche, 6,34% alle comunali).
La Lega dilaga, la destra s’allarga, il Pd precipita a vite: ha perso quasi settemila voti rispetto al 4 marzo scorso, e quasi dodicimila rispetto alle precedenti comunali Si riflette l’andazzo nazionale, ma a Terni c’è qualcosa in più che determina una variazione degli orientamenti politici che va molto al di là. Un segno evidente che nel Pd ternano sono diverse le cose che non vanno. Stabiliranno loro se la causa va ricercata dentro il partito, nell’amministrazione comunale che ne è stata espressione o in tutte e due. Ma la questione non è cercare qualcuno col cerino in mano. Un terremoto così forte lascia solo macerie da sgomberare per ricostruire. La ruspa, in azione, c’è già.
Si tratta di ricominciare da capo, di lavorare con serietà, emarginando correnti, capobastone, guerre per bande. Allo scopo di costruire una alternativa, capace di recuperare la fiducia dei cittadini. Molti, troppi hanno preferito un salto nel buio nella speranza di atterrare sul morbido, rispetto ad uno stallo considerato ben più pericoloso. Ci vorrà tempo e pazienza. Perché è dimostrato: se si lasciano buchi che in realtà sono c’è subito chi riesce ad otturarli. Magari giocando sulle paure, sulle incertezze, giovandosi della vulgata di una Terni malsana, percorsa da spacciatori e microcriminali sbarcati dalle navi dei profughi, invivibile, non gestita, infida. Concetti su cui sia la destra che il M5S in una campagna elettorale perpetua hanno scorrazzato tra ruspe, sventolii di denunce, aggressioni verbali violente. Un’operazione che hanno potuto compiere perché troppe erano le richieste insoddisfatte, gli appelli inascoltati, l’incapacità a colloquiare con la città. Un’operazione di discredito che hanno continuato ovviamente nella “vera” campagna elettorale. Quando, da parte di tutti, si è continuato a dipingere un quadro di Terni che aveva solo tinte fosche. Uno sprazzo di colore poteva essere dato, tagliando i ponti col passato anche recentissimo, ma alimentando fiducia e speranza ed indicando la strada verso la possibilità di uscire dalla palude.
Ed invece si è giocato sulle paure.