I dirigenti scolastici non possono sospendere i docenti. E’ questo il principio definitivamente confermato dalla Corte di Cassazione con una sentenza con la quale ha respinto il ricorso del MIUR e anche condannato l’amministrazione scolastica al pagamento delle spese legali.
La pronuncia della Corte di Cassazione conferma definitivamente l’orientamento assunto dalla giurisprudenza di merito: i dirigenti non hanno alcun titolo per sospendere i docenti poiché la loro competenza si esaurisce nella possibilità di irrogare sanzioni che non vadano oltre l’avvertimento scritto e la censura.
La controversia è nata dalla sospensione di 10 giorni irrogata dal dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Tecnologico di Terni, Cinzia Fabrizi (attuale assessore alla scuola del Comune di Terni) nei confronti del professor Franco Coppoli referente provinciale dei Cobas scuola.
“Questa sentenza – ha commentato il professor Coppoli – toglie definitivamente l’arma ricattatoria dell’uso intimidatorio dei procedimenti disciplinari da parte di quei tanti dirigenti scolastici che hanno usato in questi anni i dispositivi disciplinari per cercare di intimidire o tacitare quei docenti che rappresentano e praticano una scuola come comunità educante, orizzontale e democratica, figlia della Costituzione antifascista che ha al centro la formazione critica e libera dei soggetti e dei cittadini e contrastano il modello scolastico neoliberista , basato sulle vuote competenze, sui quiz INVALSI e sulla gerarchia e obbedienza del docente al preside-padrone, che si è cercato di imporre anche con il bastone disciplinare e la carota dei bonus premiali.”