Alla fine ha prevalso il buon senso e dopo una lunghissima conferenza dei capigruppo tutti hanno concordato sull’autoregolarsi “nelle espressioni, nei modi, nei termini usati dentro e fuori il consiglio. Abbiamo deciso che non ci sarà alcuna forma di tolleranza verso espressioni scorrette, anche mimiche scorrette, mi auguro che questa sia la volta buona. Nell’ottica della composizione degli animi chiedo che al professor Kenny di rientrare in aula nella speranza di poter proseguire più serenamente questo consiglio”. Così riassume la presidente del consiglio comunale di Terni Sara Francescangeli.
Tutti d’accordo su “una gestione diversa del consiglio”.
Si è così ricomposto l’ennesimo strappo avvenuto nel consiglio comunale di Terni e speriamo vivamente sia stato l’ultimo perché l’immagine generale che ne esce è poco edificante.
Ma è la terza volta delle promesse. Sarà quella buona?
Tutto ha avuto origine da una richiesta di intervento “per fatto personale” avanzata dal consigliere Josè Maria Kenny e respinta dalla presidente Francescangeli. “Non mi faccia parlare, continui a fare quello che vuole lei in questo consiglio comunale”, ha detto il consigliere. “Questi modi li usa a casa sua con i suoi famigliari , se glielo consentono, non li usa con me. La invito a uscire dall’aula”, replica la presidente . E siccome Kenny non abbandonava l’aula la presidente ha chiesto l’intervento degli agenti della polizia locale per accompagnarlo fuori. “Queste intemperanze non sono più tollerate”., ha aggiunto. Poi ha sospeso i lavori del consiglio.
“Sui metodi del consigliere Kenny – dirà più avanti la presidente -per cui sono finita in ospedale a farmi degli accertamenti, per affermazioni violente aggressive nei mie confronti, vorrei stendere un velo pietoso perché secondo me sono indecorosi”.
Alla ripresa sono intervenuti i consiglieri Pierluigi Spinelli (Pd) e Francesco Ferranti (Forza Italia). Spinelli ha rivendicato il diritto delle opposizioni di usare la mancanza del numero legale “anche per far cadere la giunta” e “stabiliamo una volta per tutte – ha aggiunto – quando è fatto personale”.
“Lei ha il dovere di chiedere rispetto – ha detto Ferranti – ma ha anche il dovere di far funzionare l’assemblea nella sua totalità dei componenti per cui le chiedo di convocare una brevissima conferenza dei presidenti per valutare di ripristinare un clima normale e di reintegrare il consigliere che è stato espulso”.
La conferenza in realtà è stata molto lunga però ha ripristinato un clima almeno normale.