Una città racconta la propria storia anche attraverso i suoi palazzi, coloro che li hanno costruiti, abitati e abbelliti. Capita, talvolta, che sia un solo palazzo a raccontare la storia di quella città. È il caso di Palazzo Montani Leoni, a Terni. Sede più che ventennale della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, palazzo Montani Leoni ha ritrovato lo splendore del suo tempo. Si affaccia su via Cornelio Tacito con la sua facciata di austera bellezza, si inserisce nello spazio attraverso le linee eleganti di una prospettiva architettonica senza tempo, arrivata a noi dalla fine del ‘400 senza nulla perdere della compostezza originaria. Se all’eleganza di un simile contenitore si aggiunge la ricchezza delle opere d’arte acquisite negli anni dalla Fondazione Carit, ecco che palazzo Montani Leoni si rivela nella sua duplice natura di sede della Fondazione e di museo vivente dell’arte non solo anche se soprattutto pittorica. È di tale ricca materia che si occupa il libro “Palazzo Montani Leoni”, giunto alla sua seconda edizione, rivista e ampliata rispetto alla prima di quasi 10 anni fa. Curato con dedizione e competenza da Ulrico Dragoni e Anna Ciccarelli, segretario della Fondazione, il libro è stato presentato nella sede della Fondazione presenti il presidente Luigi Carlini, i curatori del volume e il professor Paolo Cecchini. La ricchezza dell’apparato bibliografico rende bene la storia intensa del palazzo, pari alla ricchezza presente della sua collezione d’arte illustrata da Anna Ciccarelli. Opere di grandi scuole pittoriche del primo e secondo Rinascimento, come il ritratto “Vergine col bambino incoronata da due angeli” di Raffaellino Del Garbo.
Il nome del palazzo è quello del suo ultimo proprietario, Domenico Montani Leoni. L’ultimo privato abitante di una dimora così elegante dovette adeguarsi alle esigenze del tempo nuovo che avanzava. La costruzione dell’attuale via Cornelio Tacito avrebbe interessato parzialmente il palazzo, ed è stato allora che il suo proprietario optò per la vendita al Comune. Dopo un negoziato travagliato, il Comune di Terni entrò in possesso di palazzo Montani Leoni, il 7 giugno 1873. Tre anni più tardi, si offrì all’ex proprietario la possibilità di rientrarne in possesso. Montani Leoni traccheggiava, incerto sul da farsi. Fu allora he la Cassa di Risparmio di Terni, alla ricerca di un edificio per ospitare la sede, si fece avanti. Acquistò il palazzo per la somma di 40.000 lire contro le 41.500 richieste dal Comune.