L’assessore all’ambiente del comune di Terni Mascia Aniello è intervenuta in merito all’indagine che ha portato al rinvio a giudizio di 6 persone per un illecito smaltimento di rifiuti in Acciai Speciali Terni.
“Ringrazio il dottor Raffaele Cantone, la Procura della Repubblica di Perugia, il Comando Carabinieri di Terni e il NOE Umbria per le attività di indagine messe in campo contro l’ennesimo traffico illecito di rifiuti in AST, con plastiche, oli, inerti e altro buttato illegalmente in mezzo ai rottami – sostiene l’assessore Aniello – Non è purtroppo la prima volta che presso le Acciaierie di Terni si verificano episodi del genere; basti ricordare che, negli ultimi 10 anni, sono almeno tre le indagini simili di cui si ha notizia, a partire da quella denominata ‘Acciaio sporco’, qui con fenomeni corruttivi di ampia portata.
Non abbiamo tuttavia cognizione di quante altre volte svariati soggetti siano riusciti a farla franca, pregiudicando ambiente e salute pubblica, considerando che uno studio accademico internazionale pubblicato nel 2018, svolto a Terni, ha rilevato che, quanto più si è prossimi all’industria siderurgica di viale Brin, tanto più le querce registrano tenori crescenti addirittura di uranio, ipoteticamente quindi finito più volte nei forni fusori.
D’altra parte – aggiunge ancora l’assessore Aniello – pur non essendoci indagini giudiziarie, non meno preoccupanti restano i tassi di cromo, nichel, mercurio, diossine/PCB sprigionati dai processi fusori, per non parlar d’altro in questa sede, con contaminazioni costanti e accertate su tutte le matrici.
Le indagini giudiziarie finora rese note manifestano ancora una volta la fragilità dei sistemi di controllo interni ed esterni alle Acciaierie, controlli con ogni evidenza da rafforzare ulteriormente, senza fingere che vada tutto bene, come non di rado accade da parte della politica regionale: per alcune di queste strutturali carenze chiederemo conto proprio agli uffici di Palazzo Donini, essendo la Regione ente competente in materia di AIA-VIA.
Frattanto Terni, la sua immagine nell’Umbria ‘Cuore verde d’Italia’, rimane la prima vittima degli illeciti, con incalcolabili conseguenze per ambiente e salute pubblica”.