La giunta del Comune di Terni ha approvato questa mattina il contratto integrativo che riguarda 700 dipendenti.
“Sono pochissimi i comuni che come quello di Terni hanno chiuso l’integrativo – è scritto in una nota sindacale della UIL, che, insieme alla CISL ha firmato il contratto – un risultato che fa “scuola” e che è ancor più significativo in considerazione della situazione di dissesto dell’Ente e che quindi subisce forti limitazioni alle spese per il personale con restrizioni assai stringenti.
Saranno ora finalmente possibili le progressioni orizzontali che erano bloccate da anni, la formazione, le nuove indennità ed anche gli arretrati dal 1 gennaio 2019. Per la prima volta ci sarà anche il welfare aziendale.”
LE CRITICHE ALLA CGIL
La UIL ricorda come in precedenza era stato bocciato dai lavoratori un accordo firmato dalla CGIL e da CSA.
Si trattava, spiega ancora la UIL “di un accordo peggiorativo che riduceva la produttività di 200 euro a testa e non prendeva in considerazioni ne progressioni di carriera, ne formazione, ne altri importanti istituti previsti dal contratto nazionale.
Abbiamo invece ora ottenuto un contratto fortemente innovativo che punta decisamente ad una svolta nella gestione dei servizi comunali mirando al loro miglioramento. Dunque – spiega ancora la UIL – una forte professionalizzazione della macchina comunale con oltre 400 progressioni economiche di carriera (il 70% dei concorrenti) attribuite attraverso metodi selettivi, per la prima volta dopo un decennio passaggi di livello (progressioni verticali); formazione per tutti anche valorizzando come docenti le risorse interne; un sistema premiante che per la prima volta punta ad incentivare il lavoro di squadra e non la competizione tra i dipendenti; l’introduzione per la prima volta del welfare aziendale; meccanismi di tutela contro le aggressioni fisiche e verbali dei dipendenti; il coinvolgimento dei lavoratori; la verifica per possibili reinternalizzazioni di servizi; incentivi per il recupero dell’evasione; la difesa dei fondi per la produttività; un ruolo più marcato del sindacato nei processi di riforma dell’apparato; una politica del personale che ponga al centro il benessere lavorativo coniugandolo con la efficienza dei servizi; il coinvolgimento dell’utenza dei processi di miglioramento.”
LA POLIZIA LOCALE
In particolare poi per la Polizia Municipale, contrariamente a quello che prevedeva l’accordo stralcio di CSA e CGIL, viene riaffermato il valore incentivante dell’ex art.208 e la possibilità che con lo stesso si finanzi anche la vigilanza esterna. Sul versante economico rispetto allo stralcio c’è per loro un aumento di 555 euro all’anno netti. Significativa la differenziazione a favore dei vigili che operano in modo costante in vigilanza esterna.
E’ un contratto decisamente innovativo – conclude la nota della UIL – che può rappresentare finalmente una vera e propria svolta puntando alla professionalizzazione, al merito, al coinvolgimento.”