Oltre 6500 fotografie dai primi del Novecento ad oggi, raccolte e archiviate sono l’omaggio che la Camera di Commercio di Terni offre alla città e alle sue Istituzioni.
Le immagini tracciano un racconto unitario lungo quasi un secolo e rappresentano la storia economica documentata della città. Una selezione è racchiusa nel volume “La Camera di Commercio di Terni nella storia del suo territorio dalle origini ai giorni nostri” presentato nella sala Conferenze dell’Ente camerale da Marco Venanzi storico locale che ha contribuito alla stesura del volume, Gianluca Perondi del Centro Cultura d’Impresa che ha collaborato alla realizzazione dell’opera e dal giornalista Walter Patalocco che nella pubblicazione ha ripercorso il ruolo propulsore della Camera di Commercio di Terni dagli anni Duemila.
Il libro, quindi, ricostrisce la storia della Camera di commercio di Terni in rapporto alla situazione economica ternana ed umbra. C’è una prima parte, la più corposa, di Marco Venanzi che va dalla Camera di commercio originaria del XIX secolo, che era umbra con sede a Foligno, passa per la costituzione della Camera di commercio di Terni nel 1927 insieme all’istituzione della Provincia e arriva al Duemila.
“Vorrei qui citare l’impegno della Camera di Commercio sin dalla sua istituzione nel sostenere la cultura imprenditoriale e la nascita di nuove imprese. Determinante è stato il suo impegno per l’accaparramento delle risorse energetiche nei primi anni del Novecento per il territorio, per la nascita della zona industriale di Maratta, ha detto Venanzi, sempre determinante è stato l’impegno sul filone dell’innovazione dagli anni Trenta alle sfide attuali”.
Dal Duemila fin quasi ai giorni nostri l’analisi del giornalista Walter Patalocco.
“Prometteva bene l’economia ternana quando si affacciò al Duemila. Stava prendendo vigore e diffondendosi il pensiero secondo cui il modello di sviluppo basato principalmente sulla grande impresa, spiega Patalocco, andava in qualche modo rivisitato, diversificato, modernizzato. Di necessità si fece virtù e si dedicò una forte attenzione ai settori innovativi della produzione, che erano stati lasciati per troppo tempo da parte, come il turismo o il commercio che era stato per lo più inteso soltanto come un servizio per i cittadini ternani, l’agricoltura, diventata non solo a Terni una specie di “parente povera”, la cultura, l’innovazione tecnologica e scientifica. Un sistema da riformare decisamente, in sostanza, che richiedeva infrastrutture e collegamenti, apertura verso i territori vicini e non. Chi non ricorda le speranze legate allo sviluppo del multimediale? O dell’industria del cinema e più in generale dell’immagine? La scommessa sulla ricerca scientifica, riguardo i materiali innovativi, le plastiche biodegradabili, il biodiesel, o verso le nuove frontiere della medicina.
L’attenzione dell’opinione pubblica e quella delle istituzioni fu però ben presto attratta dai problemi inerenti le produzioni basilari, quelle vitali o tali ritenute: le acciaierie e l’operazione di trasformazione messa in atto dalla ThyssenKrupp, sfociata subito nella grande vertenza del magnetico; la fine del polo chimico, smembrato. La città, trovò una nuova coesione nella difesa dell’esistente. Le trattative portarono alla firma di accordi e protocolli che coinvolgevano istituzioni, associazioni, enti, ma richiedevano una progettualità che, quando ci fu, non fu incoraggiata. Proposte, iniziative, opere e infrastrutture sono ancora in attesa di essere avviate, finite contro un muro di gomma. Cosa che accadde anche per alcuni progetti avanzati e in qualche caso studiati e messi a disposizione dalla Camera di commercio di Terni, ossia da chi interpretava le esigenze del tessuto produttivo locale. Anche se quelle proposte rimasero al palo, la Camera di commercio di Terni non si scoraggiò: continuò a battersi ed a svolgere le sue funzioni di stimolo all’innovazione, di servizi e di formazione per le imprese, di promozione del territorio, di iniziative e collaborazione, in settori economici fino ad allora colpevolmente poco considerati dalle amministrazioni pubbliche. Un lavoro duro e certosino, conclude Patalocco, che ha determinato sicuramente una crescita delle capacità imprenditoriali ternane, chiamate ancora una volta a sostenere una sfida.”
L’ultima parte del volume è curata dalla direttrice della Camera di commercio Piandoro che ilustra le iniziative in corso.
“Questo volume offre al lettore il senso vero dell’esistenza sul territorio della Camera di commercio di Terni, ha affermato il presidente Giuseppe Flamini, evidenzia il costante impegno dell’ente nel dare supporto alle imprese, nel collaborare con le altre Istituzioni pubbliche e le Associazioni imprenditoriali portando contributi significativi, in termini di idee e risorse, per lo sviluppo del sistema economico e del tessuto sociale. Vorrei anche qui sottolineare come – ha aggiunto Flamini – una presenza autonoma della Camera di commercio sul territorio assicura quella vicinanza, quella conoscenza dei problemi, quella responsabilità e velocità d’azione in grado di garantire alle imprese, in particolare a quelle piccole e piccolissime, il forte presidio della principale istituzione locale vocata all’economia, elemento basilare in una fase di ancor grande e persistente crisi economica dovuta anche alla pandemia ancora in atto. Anche grazie a questa pubblicazione oggi siamo tutti più consapevoli del nostro patrimonio, solo cosi possiamo difenderlo, tutelarlo e valorizzarlo”.
La presentazione del volume cade nel momento in cui si parla di accorpamento delle Camere di commercio e quindi della sparizione di quella di Terni.