Terni città dell’acciaio, città del lavoro, città dell’inclusione. Dimenticatevi tutto ciò: Terni ormai riesce a raggiungere la ribalta delle cronache nazionali solo ed esclusivamente per notizie poco lusinghiere. L’ultima è quella dell’odio social, in cui Terni eccellerebbe, almeno stando alla ‘Mappa dell’intolleranza’, frutto dello studio di diverse università italiane realizzato per l’Osservatorio italiano sui diritti”. Lo afferma Fabio Paparelli, consigliere regionale del Pd che annuncia in proposito di voler portare la vicenda in Consiglio regionale e sottolinea come questa situazione sia “innanzitutto il frutto della deriva socio-culturale che la città sta subendo in conseguenza del portato di una destra dell’odio e dell’intolleranza. Un dato sul quale le istituzioni regionali e il Comune di Terni devono interrogarsi profondamente”.
“Il dato che emerge dalla ricerca è agghiacciante – aggiunge Paparelli – perché dimostra la deriva di una città che ha assunto sembianze completamente diverse e nuove. Terni diventa la città che odia di più sui social addirittura prima di realtà ben più grandi come Roma, Milano, Torino, Napoli e Firenze. A Terni addirittura quasi 2000 tweet contro gli ebrei e spicchiamo anche sul genocidio. Questa situazione evidenzia il fallimento e la mancata gestione sociale della post pandemia, e dimostra quanto sarebbe importante avere un piano sociale che manca dal 2019. Ciò dimostra altresì che il tema della sicurezza urbana così come quella sul web siano state abbandonate dalle Giunte di destra di Regione e Comune. Non è un caso che a questo triste primato si aggiungano anche quelli sulla violenza, lo spaccio e il consumo di droga da parte di giovani, sempre più allo sbando”.
“Serve aprire dunque una discussione con tutte le articolazioni della società cittadina: istruzioni, scuola, università, terzo settore e forze socio-economiche. Un grande dibattito pubblico – auspica Paparelli – che coinvolga tutti ed in primis le famiglie con l’obiettivo di ristabilire la verità, la giustizia e la giusta misura delle cose, in quanto Terni, città del lavoro, dell’amore e dell’antifascismo non può detenere questi primati. Risultati ai quali concorrono anche la violenza e i toni inauditi che sempre di più utilizzano anche taluni esponenti politici, che aizzano e incitano oltre il proprio ruolo e a volte oltre le norme”.