Ci sono volute ore prima di poter superare lo scoglio della convalida degli eletti nel consiglio comunale di Terni, a partire da quella del sindaco. Una seduta lunghissima, estenuante, terminata soltanto quando mancavano 20 minuti alle ore 20 dopo che aveva preso avvio a metà mattinata intorno alle ore 10,40.
Ci sono state alcune sospensioni temporanee e una sospensione più lunga, di un’ora, fra le 13,30 e le 14,30. Materia del contendere, soprattutto, la presunta incompatibilità del sindaco Stefano Bandecchi. Da un lato (quello della maggioranza) si è sempre sostenuta la tesi secondo la quale con le dimissioni da presidente di Unicusano e della Ternana il sindaco Bandecchi aveva rimosso le presunte incompatibilità, dall’altro tutto ciò non bastava alle opposizioni che volevano approfondire documenti e carte, volevano capirci meglio, sostenevano che non erano in grado di trarre un giudizio da quel poco che avevano esaminato. Si è assistito anche a un balletto di responsabilità stucchevole. Da una parte le opposizioni chiedevano di sospendere la seduta, dall’altro la maggioranza voleva andare avanti. Poi, ad un certo punto, le posizioni si sono ribaltate, la maggioranza era disposta a concedere tutto il tempo che volevano alle opposizioni e queste ultime rifiutavano l’offerta perché la giudicavano come uno scarico di responsabilità sulle loro spalle. A quel punto, visibilmente spazientito, Bandecchi ha dettato la linea ai suoi: si vota subito. E così è stato. Ore di schermaglie per poi procedere a un convalida a maggioranza , quella della maggioranza appunto, mentre le minoranze votavano contro. La discussione in qualche tratto della seduta è stata accesa e Bandecchi non ha risparmiato critiche alla segretaria comunale (fortuna altri 60 giorni e basta – ha detto – sfiduciandola platealmente. “Non ho fiducia del segretario – ha detto – e sbaglia platealmente e fa a bene stare zitta perché di minchiate ne ha dette parecchie) e parole forti all’ex assessore Cinzia Fabrizi (non dica cazzate, le ha detto due volte). Ma, a ben vedere, ben poca cosa. Tanto che, superato questo scoglio della convalida degli eletti tutto è proceduto senza il minimo sobbalzo. Attaccato dalla maggioranza c’è comunque da sottolineare che se l’è cavata egregiamente il presidente Marco Celestino Cecconi che ha cercato di essere comprensivo pur facendo rispettare tempi, modi e regole di intervento, anche nei confronti del sindaco.
Il sindaco ha poi detto che per fare politica e farla bene “sono disponibile a rinunciare anche a mia madre”. Ha ribadito di aver risolto il suo presunto conflitto di interessi e, comunque, rivolgendosi alle opposizioni ha detto “ditemi che volete che io faccia e io lo faccio ma non continuiamo a perdere così tanto tempo con questa farsa”. Non ha rinunciato alle sue solite provocazioni. Se l’è presa con il Prefetto di Perugia perché non ha concesso lo stadio alla Ternana e se l’è presa con le minoranze: “volete che lasco la Ternana nelle mani del sindaco, gli stipendi li pagate voi?, tutto per lo stadio che la Ternana utilizza da 100 anni (saranno nel 2025) e ora che ci sono io l’utilizzo dello stadio diventa un osceno conflitto di interessi”. E comunque il conflitto sarebbe presto risolto: “se vorrà, l’università Cusano costruirà lo stadio e il centro sportivo a Narni dove ha acquisito una arie di 67 ettari”.
IL GIURAMENTO DI STEFANO BANDECCHI