Le precisazioni della Azienda ospedaliera di Terni sulle polemiche sorte sulla applicazione della legge 194 e sull’istituzione della Culla per la vita.
“La direzione dell’Azienda Ospedaliera di Terni interviene per chiarire quanto già esposto giovedì 16 dicembre durante l’audizione al Comune di Terni, ma evidentemente male interpretato – si legge in una nota del Santa Maria.
L’ospedale di Terni tutela la donna nel rispetto della Legge 194/ 1978 (“Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”). In particolare, si sta lavorando con priorità alla ripresa per fine anno delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) sia chirurgiche che farmacologiche, attività che erano state sospese causa COVID, come già spiegato. Nel garantire la libera scelta della donna è stato elaborato un percorso di tutela a supporto della maternità consapevole che, nel rispetto della legge 194, contempla un iter prettamente sanitario affiancato dal supporto psicologico e sociale.
Inoltre, come previsto dalla legge italiana (DPR 396/2000, art. 30, comma 2), il parto in anonimato è sempre stato garantito: la casistica delle donne che si avvalgono di questa possibilità nell’ospedale di Terni è in media di due ogni anno.
Pertanto la culla termica detta “culla per la vita” (finanziata dall’associazione “Movimento per la vita” risalente a qualche anno fa e da noi accolta e sostenuta) non rappresenta un sostituto dei percorsi di IVG, che ha il duplice compito di tutelare le donne in grave difficoltà e la vita dei neonati a rischio di abbandono e infanticidio. Un segnale, quindi, di grande civiltà (al di là del fatto che si ispiri alla ruota degli Esposti), che è accolto con serietà ed entusiasmo in tutta Italia e che dovrebbe essere motivo di orgoglio anche per la città di Terni, sebbene tutti non possano che augurarsi che non venga mai utilizzata.”