Restituire il senso e la complessità dell’esperienza della reclusione attraverso la diretta testimonianza di chi l’ha vissuta per accorciare le distanze fra società civile e popolazione carceraria. È quanto si propone “Voci Recluse”, un progetto artistico di Anna Sobczak (Pola Polanski) e di Associazione Demetra, con le voci dei detenuti beneficiari di misure alternative e di ex detenuti provenienti dalla Casa Circondariale di Terni e dalla Casa di Reclusione di Orvieto. Si tratta di un’installazione audio situata, da martedì 15 dicembre, nel nuovo Parco della Legalità di Terni – ex parco delle Grazie di sotto, sempre fruibile grazie ai QR codes disseminati nel parco. “Voci Recluse”, che ha ottenuto il sostegno della residenza artistica “Nutrimenti” e di C.U.R.A. Centro Umbro di Residenze Artistiche, si inserisce all’interno di “Communitas: un orto, un sentiero, un giardino” un progetto realizzato da Associazione Demetra e promosso dall’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Terni, che dalla scorsa estate ha coinvolto 21 persone in esecuzione di misura alternativa o di comunità. Le azioni di Communitas hanno interessato tre Comuni della provincia ternana: Stroncone, Baschi e Terni. A Stroncone, dove sono partiti i lavori, è stata riqualificata “La Via di Francesco”, il sentiero che da Piazza della Libertà arriva in località I Prati. Il percorso durante la manutenzione è stato anche dotato di una nuova cartellonistica nonché di una installazione audio e ha oggi una pagina web dedicata. Mentre a Baschi, nell’orvietano, il tempo – lavoro svolto presso un’azienda agricola, è stato quantificato e trasformato in una donazione al Banco Alimentare Umbro da destinare a situazioni di povertà. Da settembre, gli interventi di Communitas hanno riguardato il Parco della Legalità a Terni, dove oltre al ripristino degli arredi urbani, sono state realizzate una serie di iniziative volte a restituire alla cittadinanza un luogo aperto e vivibile liberamente. Fra queste: gli incontri con giovani artisti nell’ambito dell’arte ambientale, la collaborazione con l’associazione Pro Natura per il riconoscimento delle specie arboree, la collaborazione con il centro diurno “Marco Polo”, con il quale sono state create anche delle panchine per il book crossing con materiali di recupero.
“Nel pensare ad un luogo da riqualificare nella città di Terni – ha spiegato Silvia Marchetti dell’UEPE – ci sembrava significativo individuare un parco da dedicare alla legalità. La volontà è quella di andare oltre l’idea di legalità che si concretizza nel rispetto della legge e delle regole di civile convivenza, anche se già questo sarebbe tanto. La nostra scommessa è piuttosto quella di promuovere nel nostro territorio una cultura della legalità fatta di “valori” prima che di regole. Parole come: Rispetto, Libertà, Solidarietà, Riparazione, dovrebbero essere un’esigenza condivisa, un’aria che ci piacerebbe respirare. Vorremmo che questo Parco, con l’aiuto e la partecipazione di tutti, in primis di coloro che hanno un danno nei confronti della collettività da riparare, possa diventare un luogo di incontro, di conoscenza, di socializzazione, di eventi e di attività socio-culturali.”
La dottoressa Marchetti ha poi espresso piena soddisfazione per i percorsi di Communitas e ha posto l’attenzione sull’importanza del lavoro quale mezzo di riparazione sociale e dell’accoglienza da parte delle comunità coinvolte.
“Le 21 persone in esecuzione penale in misura alternativa o di comunità, si sono sentite utili, accolte e probabilmente hanno compreso il senso profondo del loro lavoro, finalizzato a ricucire quello strappo con la società civile determinato dal fatto-reato, e destinato a ripristinare un bene comune a vantaggio della collettività. Il lavorare insieme agli operatori dell’Associazione Demetra, il raccontare le proprie storie, il conoscersi ed il portare a buon fine un progetto condiviso, ha fatto di Communitas un’esperienza molto significativa. Un progetto importante, proiettato verso una nuova idea di giustizia, dove la Comunità è parte attiva e la riparazione sociale svolge un ruolo significativo nel percorso di inclusione.”