Continua a crescere la comunità delle imprese di stranieri a Terni, ma l’effetto della pandemia ne frena l’espansione, appena all’1%. Al 30 giugno 2020 le imprese sono 2.005, erano 1.990 al 31 dicembre 2019. Dunque durante il periodo di massima diffusione della pandemia le imprese a guida straniera sono cresciute di appena 15 unità. Tra aprile e giugno dello scorso anno il bilancio tra aperture e chiusure di imprese di stranieri era ampiemante positivo con 81 iscrizioni e 29 cessazioni. Nel 2020 nel II trimestre di riferimento risulta un dimezzamento delle nuove iscrizioni pari a 42 unità (27 le cessazioni).
E’ quanto risulta dalla fotografia scattata da InfoCamere ed elaborata dall’Ufficio Innovazione e Infomazione Economica della Camera di Commercio di Terni, sulle imprese di stranieri nel periodo gennaio-giugno dell’anno in corso, a partire dai dati del Registro delle Imprese.
Le attività in cui si registrano il maggior numero di inziative di stranieri sono il commercio (656 aziende), l’edilizia (465), i servizi ale imprese (184), alloggio e ristorazione (160).
Limitando il campo di osservazione alle sole imprese individuali (l’unica forma giuridica per la quale è possibile associare univocamente la nazionalità del titolare a quella dell’impresa) i dati restituiscono un’immagine nettamente strutturata delle provenienze degli imprenditori stranieri.
La comunità più numerosa è quella romena (260) seguita dall’Albania (154) e dal Marocco (141). Più distanziata la coppia Bangladesh (116) e Pakistan (96). Segue la Nigeria con 90 imprese individuali presenti sul territorio e la Cina da cui provengono 71 imprenditori. Per un totale di 1.558 imprese individuali a guida straniera.
L’analisi condotta attraverso il Registro delle Imprese fa emergere cluster settoriali legati ai paesi d’origine: i romeni operano per lo più nelle costruzioni (sono 117), nelle attività di commercio al dettaglio si concentrano i marocchini con 114 aziende, seguono gli imprenditori provenienti dal Bangladesh che gestiscono 73 imprese individuali nel commercio e i romeni con 55 aziende, i cinesi si posizionano più in basso con 35 imprese individuali concentrate nel commercio.