Il pericolo è quello di non poter più rispondere alle esigenze dello Stato Maggiore Esercito e di conseguenza la perdita di un sito che fino a poco tempo fa garantiva oltre 400 posti di lavoro. L’ennesima denuncia di Cgil, Cisl e Uil in merito alla cronica carenza di personale al Polo Mantenimento Armi Leggere di Terni che rischia di non essere più operativo.
“La situazione al Polo Mantenimento Armi Leggere di Terni è ormai insostenibile. La carenza di organico, spiega Guglielmo Bizzarri della Uil, sta portando lo stabilimento a rinunciare a delle commesse e questo, nel tempo, renderà il Pmal improduttivo. Ad oggi la carenza di personale è di 88 unità e per mancanza di persone sono stati chiusi alcuni reparti. Il nostro è uno stabilimento sinergico ciò significa che se non funzionano alcuni settori si ferma tutto. Ad esempio la mancanza di saldatori sta fermando la meccanica e se la meccanica è ferma stanno ferme 20, 30, 40 persone. Noi abbiamo lanciato più volte un grido di aiuto per risolvere il problema ma allo stato attuale non abbiamo ricevuto alcunché. È in corso un concorso per l’assunzione di sei persone, ma da qui al 2021 avremo una carenza di 154 persone certe, senza contare i pensionamenti. Quindi il Pmal si avvia al dimezzamento, a diventare improduttivo e soprattutto verrà meno la mission dello stabilimento: non riusciremo più a rispondere alle esigenze della forza armata. Abbiamo chiesto che diventasse uno stabilimento interforze, conclude Bizzarri, ma non abbiamo avuto risposte”.
“Dalla visita del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta del novembre scorso ad oggi, aggiunge Renzo formica della Uil, non si è dato seguito alle promesse fatte. Noi ci aspettavamo un passo diverso, un’iniziativa a favore di questo Polo che è l’unico in Italia. Vorremmo poter confluire nello Stato Maggiore della Difesa per fare armamenti per tutte le forze armate. Abbiamo fatto richiesta in tal senso, ma non abbiamo avuto risposta. Questo è il secondo polo industriale di Terni dopo l’acciaieria. Sollecitiamo la politica ha fare ciò che occorre. Poi a maggio c’è il cambio del Direttore e noi auspichiamo l’arrivo di un generale che possa gestire ed organizzare lo stabilimento in maniera non solo ordinaria ma straordinaria, altrimenti la fabbrica è destinata a fermarsi”.
“Questo governo del cambiamento, sostiene Giorgio Lucci della Cgil, cambi veramente la situazione dello stabilimento che diventa di giorno in giorno più insostenibile”.
“Il Pmal fa parte di un sistema logistico strategico del Paese, sostiene Mario Pragliola della Cisl, che assolve compiti sanciti dalla Costituzione. Quindi è un rischio anche per il sistema Paese. È necessario modificare la legge 244 che non riduce la spesa per il ministero, ma blocca nuove assunzioni. Il Pmal, invece, ha necessità di personale giovane ed idoneo”.