Il Circolo Lavoratori Terni torna ad ospitare una prestigiosa mostra: “Livio Orazio Valentini esploratore del tempo e del mondo”. Si tratta di una collaborazione inedita tra l’Ente Giostra dell’Arme di San Gemini e il CLT che ha come obiettivo quello di offrire nuovi percorsi culturali. Quest’anno, quindi, la mostra della tradizionale festa sangeminese si sviluppa in due sedi: a Palazzo Vecchio a San Gemini con 30 opere pittoriche e scultoree e nella splendida biblioteca del CLT a Terni con 38 opere su carta e della grafica seriale. Complessivamente la rassegna presenta in piccolo l’intera produzione di Livio Orazio Valentini: la breve stagione post cubista, le esperienze informali, l’avvicinamento alle formule del Gruppo di Spoleto, le successive stagioni “astratte”, delle “Germinazioni”, degli “Uccelli” e del “Quaternario”. Un’esposizione che può considerarsi una vera e propria piccola antologica in attesa del più grande evento in previsione ad Orvieto nel 2020, in occasione del centenario della nascita di quella che è considerata una delle personalità artistiche umbre più affascinanti del ‘900.
“L’esposizione, spiegano i curatori Massimo Duranti e Andrea Baffoni, nasce dall’esigenza di ricordare la figura umana ed artistica di Livio Orazio Valentini (1920-2008) significativo non solo per l’Umbria, ma per la sua proiezione a livello nazionale ed internazionale. La sua caratteristica è stata quella di una grande versatilità linguistica attraverso la pittura, ma anche la ceramica e la scultura, senza dimenticare la raffinata grafica. Questa trasversalità si è riflessa anche nella sua produzione, che annovera opere molto impegnative, tra pubblico e privato”.
L’arte torna quindi in via Muratori dopo le mostre dedicate a Kostabi e Osmida allestite nei mesi scorsi.
“È un progetto a cui teniamo molto, ha evidenziato il presidente del Circolo lavoratori Terni Giovanni Scordo, iniziato lo scorso anno. Voglio ringraziare le figlie di Livio Orazio Valentini che ci hanno donato un’opera e con questa iniziamo un percorso per regalare alla città un luogo dove venire non solo a praticare sport o attività ricreative, ma anche a godere delle bellissime opere di artisti nazionali ed internazionali”.
Livio Orazio Valentini nasce a San Venanzo, provincia di Terni, il 24 dicembre 1920 e due anni dopo la famiglia si trasferisce ad Orvieto. Nel 1940, soldato di leva in Sicilia, parte per la campagna di guerra in Grecia e poi in Albania. Nel 1943 viene deportato presso il campo di concentramento di Buchenwald, in Germania, dove rimane fino al 1945. Questo anno coincide con l’inizio della sua attività artistica, nella quale esprimerà sempre una poetica di denuncia contro la violenza. In questo periodo frequenta le scuole serali di tipo artistico-artigianale ed ha i primi contatti con gli artisti umbri. La sua prima esposizione è del 1947: partecipa infatti al Premio Nazionale Città di Orvieto. Nel 1957 si sposa con Flora Bruno e testimone delle nozze è Manlio Bacosi. Nel 1967 si trasferisce a Roma e qui sviluppa la ricerca che dà vita al periodo della “Germinazione”. Successivamente propone il “ciclo degli uccelli” che, ancora una volta, vuol costituire una denuncia contro la violenza. Nel prosieguo della sua attività, la pittura supera il figurativismo e approda ad una proposta formale risolta con ritmi geometrici e cromatici. Dal 1970 al 1979 è docente di disegno dal vero presso l’Istituto d’Arte di Orvieto alla cui fondazione aveva contribuito. Nel 1971 prende parte ad un ciclo di interventi di ricerca all’Università di Parma sui significati dell’espressione. Quattro anni dopo espone a Sines, in Portogallo, a Lisbona e ad Oporto. Nel 1980 è nominato Accademico di merito all’Accademia di Belle Arti Vannucci di Perugia. Nel 1982 è in Georgia (USA) su invito dello storico d’arte Alan Graham Collier, per stabilire un rapporto fra artisti italiani ed americani, mentre l’anno successivo realizza il monumento al 3° Granatieri, che si trova in piazza Cahen ad Orvieto. Nel 1985 intraprende un viaggio in Nigeria, dal quale trae spunto per realizzare un ciclo pittorico dedicato a quella realtà. Nel 1986 apre un laboratorio di grafica e ceramica con la collaborazione delle figlie. Nello stesso anno propone una sua rilettura del ciclo di Luca Signorelli. Nel 1994 sue opere datate dal 1970 al 1993 sono proposte alla Rocca Paolina a Perugia a cura di Massimo Duranti e Antonio Carlo Ponti. Nel 1997 e nel 1999 effettua interventi di studi e didattica sia della pittura che della ceramica presso l’università di Aiken, in Sud Carolina. Qui torna nel 2000 per realizzare una grande opera su tela da collocare nella parte nuova dell’università, destinata ad attività culturali e sportive, che completa l’anno successivo. Nel 2003 riceve la laurea in “Fine Art” decretata dal Consiglio di presidenza dell’università di Columbia e la cittadinanza onoraria dello Stato Sud Carolina con decreto del Senato.
La mostra “Livio Orazio Valentini esploratore del tempo e del mondo”, acura di Massimo Duranti e Andrea Baffoni, sarà visitabile a Palazzo Vecchio di San Gemini fino al 13 ottobre nei giorni feriali dalle ore 17 alle 24, sabato e festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 24; nella biblioteca del Circolo Lavoratori Terni in via Muratori rimarrà aperta fino al 3 novembretutti i giorni dalle ore 16 alle 19.