Questa mattina a scendere in piazza, per la precisione davanti a Palazzo Spada, sono stati i giornalisti. All’indomani dell’annuncio della chiusura di Tele Galileo hanno organizzato una manifestazione di protesta per denunciare il continuo impoverimento dei mezzi di comunicazione a Terni. Iniziativa, è stato detto, che ha avviato un percorso di sensibilizzazione sull’argomento.
”Il territorio vive una situazione di estrema precarietà, ha detto Stefano Cinaglia, parlando a nome dei colleghi, questo – ha aggiunto – non preoccupa solo sotto l’aspetto occupazionale, ma anche democratico, in quanto riguarda tutta la comunità”.
Per Giorgio Ciaruffoli, uno dei volti storici di Tele Galileo, “Terni non avrà più alcun tipo di possibilità di essere rappresentata sulla piattaforma televisiva. Ma noi vogliamo continuare ad essere la voce della città, lo faremo in modo diverso ma con la stessa passione”.
“La politica locale ha le armi spuntate – ha detto il vicesindaco di Terni e assessore all’Informazione e comunicazione Andrea Giuli partecipando alla manifestazione – ma il problema è più ampio e attiene alla città intera e alla sua resistenza. Occorre che in questo percorso Terni sia unita.”
E tante sono state le prese di posizione a riguardo.
L’associazione Giornalisti in Umbria ha espresso “solidarietà ai colleghi che a vario titolo in questi anni hanno lavorato ai prodotti giornalistici di Tele Galileo dimostrando passione, dedizione, grande interesse alla professione e alla città. Esprimiamo rincrescimento per quanto si è verificato a Tele Galileo. Per una situazione complessa e per molti aspetti non inedita si viene ora a verificare una chiusura che costituisce un sicuro impoverimento per il tessuto cittadino di Terni. Viene a mancare in un contesto che ha già visto chiusure e accorpamenti un’altra voce di informazione, un altro luogo di confronto. Rileviamo che quanto si sta verificando è estremamente penalizzante per un capoluogo di provincia con oltre 100 mila abitanti. Occorre una riflessione seria e approfondita, occorrono interventi a sostegno della piccola editoria affinché il patrimonio di TV e radio locali – spesso con una lunga storia alle spalle – non vada disperso, così come occorre dare continuità alle testate on line che si sono recentemente costituite e che rappresentano una nuova frontiera della comunicazione. L’associazione Giornalisti in Umbria si rivolge a tutti gli enti e soggetti che possono svolgere un ruolo attivo in questa e analoghe vicende. Per questo segnaliamo quanto sta accadendo – oltre all’odg dei giornalisti e all’associazione stampa umbra – al signor prefetto di Terni e alla presidente della giunta regionale. Attendiamo – rispettosi – e appoggiamo tutte le iniziative che vorranno intraprendere odg e Asu, pronti a dare il nostro contributo.”
Sul caso TeleGalileo il presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria Roberto Conticelli ha inviato una lettera aperta al presidente della sezione di Terni di Confindustria Riccardo Morelli.
“Nel mezzo di una crisi epocale indotta dalla pandemia, quando le informazioni professionali assumono una dimensione perfino sanitaria, noi operatori del settore assistiamo increduli e sgomenti al crollo del peso specifico del giornalismo, in special modo di quello locale, si legge nella lettera, soppiantato dalla dissennata gestione di un web che, al di là dell’attività delle meritorie testate ufficiali regolarmente registrate, sfrutta una preoccupante, quanto probabilmente voluta, deregulation legislativa per lasciare spazio alle fake news, cancro dell’informazione corretta. Accade così ovunque in Italia, purtroppo anche in Umbria e in modo assai evidente a Terni e nel Ternano, territorio un tempo florido per redazioni e giornalisti ed oggi rimasto desolatamente a corto di voci. Non Le evidenzio, poichè ne sarà certamente a conoscenza, quanto abbia pesato, per giungere a tale desolante situazione, il chiamarsi fuori delle istituzioni pubbliche locali nel corso dei decenni e di conseguenza il campo libero lasciato a editori distintisi negativamente nel perseguire l’esclusiva logica del profitto. Come associazione che tutela la categoria abbiamo faticato, e fatichiamo ancora, a reperire sul territorio validi interlocutori con cui avviare una possibile prospettiva di scenario, nonostante il settore, pure danneggiato dall’emergenza-Covid, lasci intravedere evidenti spiragli di rinascita a fronte di un’oggettiva richiesta di notizie che giunge dalla società civile. Molti altri territori nazionali già in questa fase programmano economicamente e socialmente il dopo-Covid, nel quale _ lo dicono le proiezioni degli esperti _ l’informazione tornerà a giocare ruoli di primo piano in tutte le sue componenti, dalla carta stampata allo stesso web, dalle televisioni alle radio. In tale contesto l’imprenditorìa locale merita di essere chiamata a una valutazione che tenga conto delle indubbie possibilità di sviluppo del settore della comunicazione, sia sul terreno economico (posti di lavoro e quant’altro) che su quello sociale e culturale. I giornalisti ci sono, hanno un elevato profilo qualitativo e già sostengono, in condizioni estremamente disagiate e sottopagati, il proprio ruolo, pronti a Terni e nel territorio provinciale a concorrere attivamente a una visione imprenditoriale dinamica che intenda cimentarsi concretamente con progetti di largo respiro sul terreno dell’editoria. Il mercato delle notizie vive una stagione di crisi, tuttavia in esso sono presenti spunti e occasioni che abili imprenditori potrebbero gestire al fine di avviare iniziative sostenibili e redditizie. Tra l’altro l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, nei mesi scorsi, ha partecipato attivamente alla strutturazione della nuova Legge Regionale sull’Editoria, provvedimento che si appresta a divenire realtà con contributi riferiti alle attività editoriali collocate in tutto il territorio regionale. A voi imprenditori chiediamo coraggio, a voi offriamo competenza pur nella ovvia distinzione dei ruoli. Insieme ai colleghi componenti il Consiglio Direttivo sono pronto a incontrarLa, quando ciò sarà possibile e quando Lei riterrà opportuno, per discutere gli argomenti sopra prospettati, utilizzando queste poche righe come occasione di spunto per una riflessione a tutto campo che a nostro avviso oggi più che mai si impone.”
Anche la Cgil di Terni esprime forte preoccupazione per l’annuncio della chiusura della redazione di Tele Galileo.
“Ciò rappresenta un ulteriore indebolimento sotto il profilo culturale e della libera informazione, sostiene il segretario Claudio Cipolla, per la comunità ternana.Tele Galileo ha rappresentato per anni un punto di riferimento per molti cittadini, permettendo di seguire gli avvenimenti di diversa natura presenti in città, attraverso una informazione sempre attenta e puntuale a dar voce al territorio. Oggi l’insieme della comunità è più debole perché quando si riducono gli spazi democratici di informazione e partecipazione non è mai buon segnale. Siamo vicini ed esprimiamo la piena solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici coinvolte che da troppi anni, insieme ad altri dello stesso settore, hanno visto un progressivo indebolimento e una riduzione dei propri spazi lavorativi, nonostante l’impegno costante e la professionalità profusa. Auspichiamo che l’insieme dei soggetti operanti nel territorio affronti questi temi per ridare alla città tutta un profilo, almeno sugli aspetti dell’informazione, capace di poter rappresentare la voce e i bisogni di un territorio che altrimenti sarà sempre più isolato.”
“Intendo esprimere la mia preoccupazione per l’annunciata chiusura del canale Tv di Tele Galileo. La notizia colpisce una delle emittenti storiche del Ternano e si inserisce in un quadro di criticità in atto da tempo sul versante della stampa locale, ha dichiarato il presidente della Provincia di Terni Giampiero Lattanzi, con numerose redazioni e testate giornalistiche chiuse. Non voglio entrare nel merito delle scelte compiute dall’editore – specifica Lattanzi – ma semplicemente constatare che Terni, seconda città dell’Umbria e uno dei poli siderurgici più importanti d’Italia, oggi si trova a dover affrontare l’ennesima vicenda legata al ridimensionamento della presenza di testate giornalistiche sul territorio. La mia piena solidarietà – aggiunge il presidente – va ai giornalisti, ai tecnici e a tutti coloro che sono impiegati a vario titolo nell’emittente e mi auguro che non vi siano per loro ripercussioni sui rispettivi livelli occupazionali. Credo, al contempo – conclude – che possa essere utile l’avvio di un dibattito approfondito sullo stato del giornalismo a Terni e su questo sono pienamente disponibile a fare la parte istituzionale di mia competenza”.
“Ho accolto con preoccupazione la chiusura dell’ultima emittente televisiva della città. La situazione non può lasciarci indifferente, afferma il consigliere comunale Michele Rossi, perché i giornali, le radio, le TV ed i siti di informazione locale sono un riferimento importante per moltissimi cittadini. Si tratta di risorse indispensabili. Sono le voci del territorio di quel pluralismo concreto irrinunciabile in una società sempre più globalizzata, dove le identità locali rischiano di sparire. L’informazione locale racconta le vicende del territorio e dei suoi protagonisti ed oltre a dare un servizio alla città, promuove ed aiuta la sopravvivenza dei legami di comunità. Prezioso è il ruolo professionale dei suoi operatori, in un mondo di iperinformazione da social con fake news e incitamenti all’odio. C’è bisogno di un giornalismo che opera con responsabilità, rigore e attenzione nella scelta delle parole senza facili sensazionalismi o allarmismi, senza scatenare facili paure – vediamo quanto questo è importante nel momento emergenziale sanitario che stiamo vivendo. La nostra è una città senza più una sola emittente televisiva locale, con quasi tutte le redazioni giornalistiche della carta stampata ormai chiuse e con gran parte di quelle online in situazioni di precariato lavorativo. Tutto questo avviene mentre i cittadini avrebbero sempre più bisogno di una informazione autorevole, corretta e professionale. Tra i mille problemi di questa nostra città va affrontato anche questo. Innanzitutto tenendo alta l’attenzione sul tema e poi promuovendo confronti nelle sedi opportune.”