Ci sono due manifestazioni d’interesse per la Treofan.
Lo ha annunciato il liquidatore aziendale durante la riunione convocata dal MiSE per un aggiornamento sullo stato dell’arte della procedura di liquidazione della Treofan incentrata sul versante della reindustrializzazione, alla quale hanno partecipato i funzionari del MiSE, la Regione dell’Umbria, il liquidatore e l’ufficio legale aziendale, la Confindustria Umbra e le organizzazioni sindacali nazionali.
La prima manifestazione di interesse è per l’avvio di un’attività da parte di una società che opera in un settore non in continuità con la produzione di film da polipropilene svolta da Treofan in precedenza.
Il progetto, si legge in una nota, prevede l’impegno aziendale in un settore fortemente innovativo, con l’impiego di una parte consistente dell’organico ad oggi ancora presente, che sarà oggetto di una formazione professionale atta all’acquisizione delle professionalità necessarie per favorirne la ricollocazione lavorativa nei nuovi processi.
La seconda manifestazione di interesse è da parte di una società impegnata nel settore chimico plastico, che intenderebbe riavviare gli impianti di produzione presenti nello stabilimento attraverso un adeguato revamping, per acquisire un ruolo nel mercato del film, con un progetto che vedrebbe un impegno occupazionale che va oltre le 108 unità ancora presenti.
Ora il MiSE, attraverso le strutture tecniche e finanziarie del dicastero e in stretta collaborazione con la struttura della Regione dell’Umbria, dovrà analizzare la consistenza delle due manifestazioni di interesse, a partire dalla capacità finanziaria delle società a capo dei progetti.
La liquidazione, invece, dovrà confrontarsi con l’Assemblea dei soci di Treofan per valutare il grado di accettazione e di collaborazione negli eventuali processi di reinsediamento.
La Regione dell’Umbria, attraverso l’Assessore allo Sviluppo Economico, ha riconfermato l’impegno alla prosecuzione del percorso previsto nel Pnrr regionale per il rilancio del polo chimico in chiave di “Sostenible Valley”, anche attraverso le risorse della legge 181 ed un “Accordo di programma”, con relativa dotazione economica. A questo processo parteciperebbe la società Novamont, già presente nel sito, che creerebbe ulteriore occupazione aggiuntiva sul fronte della ricerca dei “Biomateriali”, i cui tempi di realizzazione però non sono allineati al problema occupazionale più urgente che riguarda i lavoratori della Treofan.
Le organizzazioni sindacali nazionali hanno chiesto al tavolo di vagliare attentamente tutte le possibili soluzioni, valutando quella migliore in termini occupazionali e di prospettiva futura, per i lavoratori di Treofan prima di tutto, ma complessivamente per il futuro del Polo Chimico.
“A proposito dell’occupazione dei lavoratori di Treofan – dichiarano i sindacati – abbiamo chiesto che qualora il nuovo progetto producesse un deficit occupazionale rispetto al numero attuale, nessun lavoratore venga lasciato da solo, quindi l’azionista di Treofan e gli strumenti attivabili debbono farsi carico di trovare soluzioni di continuità salariale per tutti.”
Il tavolo è stato riaggiornato a fine mese.