“La fortuna d’essere nato negli anni Venti 1920-1945” è il titolo del volume di Mario Giorgini, a cura di Anna Giorgini con prefazione di Angelo Bitti, che verrà presentato nella sala “Gisa Giani” dell’Archivio di Stato di Terni su iniziativa dell’Isuc, l’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea, giovedì 14 ottobre alle ore 16.
Dopo i saluti della direttrice dell’Archivio di Stato di Terni Cecilia Furiani e del Commissario straordinario dell’Isuc Valter Biscotti interverranno Tommaso Baris dell’Università degli studi di Palermo, lo storico Angelo Bitti, la curatrice del volume Anna Giorgini. Coordina Gianni Bovini dell’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea.
L’iniziativa si terrà in presenza, nel rispetto della normativa anti Covid-19, con un numero limitato a 50 posti.
Al termine della presentazione si svolgerà una visita guidata ai locali di Palazzo Mazzancolli che hanno visto Mario Giorgini factotum del federale.
La vita della famiglia operaia di Mario Giorgini si svolge a Terni, nel rione Sant’Agnese. Nel libro si raccontano gli anni in cui il Partito fascista si impone con la violenza e si trasforma in regime. Di questo regime il padre sarà una delle numerose vittime, imponendo a Mario di assumersi responsabilità da adulto iniziando precocemente un percorso lavorativo in piccole realtà locali e poi come fattorino a Palazzo Mazzancolli (1933-36), sede del Partito fascista, fino all’assunzione come operaio alle Acciaierie (1936-40). Il 14 novembre 1940, un mese dopo il suo ventesimo compleanno, viene richiamato alle armi.
Fino al 15 ottobre 1943 è in Marina come artificiere, poi si arruola volontario nel reparto «Fucilieri di Marina, inquadrati nel battaglione Bafile del reggimento San Marco» e partecipa alla guerra di liberazione con gli Alleati finché non è dichiarato inidoneo ai servizi di guerra e resta al ministero della Marina, a Roma, fino al 15 maggio 1945, data del congedo e del suo ritorno a Terni.
Rifiuta la tessera del Partito comunista (come non aveva mai preso quella del Partito fascista) e rivendica il suo posto di lavoro all’Acciaieria, lasciato per andare in guerra.
Pur continuando a mantenere il suo distacco da ogni partito, negli anni Settanta si avvicina all’esperienza sindacale con la Cisl e partecipa al Movimento cristiano lavoratori. Rimane in Acciaieria fino all’inizio degli anni Settanta, quando il reparto Stampaggio, in cui è capo operaio, viene venduto e resta alla Sit Stampaggio fino alla pensione.
Si dedica quindi alla costituzione a Terni dell’Associazione nazionale combattenti forze armate regolari della guerra di liberazione (Ancfargl), attivando manifestazioni ed eventi tesi a ricordare il contributo dell’Esercito italiano alla lotta di liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca.