Lo scorso dicembre i pm Barbara Mazzullo, Elena Neri e Marco Stramaglia della procura della Repubblica di Terni, hanno emesso un decreto di citazione a giudizio per 11 persone, tutte detenute in regime di ‘alta sicurezza’ nel carcere ternano di vocabolo Sabbione e appartenenti a clan di criminalità organizzata. Secondo gli inquirenti, hanno utilizzato micro cellulari e schede telefoniche introdotte nell’istituto penitenziario in maniera illegale. A tutti sono stati contestati i reati previsti e puniti dall’articolo 391 ter e 81 del codice penale. Il provvedimento in questione trae origine da un’incessante attività di prevenzione e controllo realizzata dal personale di polizia penitenziaria del reparto di Terni, all’interno delle sezioni detentive del circuito penitenziario ‘alta sicurezza’. Nel periodo compreso tra novembre 2020 e aprile 2021, sono state svolte attività operative, anche mediante l’utilizzo di strumenti elettronici di nuova generazione, che hanno permesso di sequestrare numerosi telefoni cellulari, 44 nel solo 2021, sia a carico delle 11 persone imputate nel procedimento in questione, sia contro ignoti a seguito di diversi ritrovamenti all’interno di zone e spazi ad uso comune riservati alla popolazione detenuta.
Ulteriori approfondimenti investigativi sono in atto per comprendere le modalità di introduzione dei telefoni cellulari nell’istituto. Le attività in questione sono state coordinate dal comandante della polizia penitenziaria di Terni Fabio Gallo il quale si è complimentato con il personale che ha operato con la consueta professionalità, con la determinazione e la tenacia che hanno consentito il raggiungimento dei risultati descritti, cercando così di arginare il grave fenomeno della presenza di telefoni cellulari all’interno degli istituti penitenziari che negli ultimi anni ha subito un’escalation preoccupante.