Il diciannovesimo anno di attività del Gruppo Archeologico DLF Terni è iniziato al Centro Multimediale con la conferenza “Milizia Celeste. Angeli difensori nella Storia dell’Arte” tenuta da Paolo Chiatti
“Nel giorno in cui ricorre la festa dedicata all’angelo custode, una figura evocativa, ci siamo voluti ispirare a lui – spiega Maria Cristina Locci responsabile del Gruppo Archeologico DLF – in relazione al periodo che ci ha coinvolto. In questi tempi così difficili alcune categorie di persone, soprattutto il personale medico e paramedico, ma anche tante altre a cui rivolgiamo tutta la nostra riconoscenza, si sono prodigate all’inverosimile, a costo della loro stessa vita, per curare ed assistere i malati. Di loro si è parlato a ragione come di “angeli” e proprio al mondo degli angeli ed alla sua essenza misteriosissima, abbiamo voluto dedicare il primo degli incontri di questa nuova stagione. Perchè l’arte, in tutte le sue espressioni, ha celebrato tali figure celesti consegnandole all’immaginario collettivo. L’iconografia angelica è tra le più ricche tra quelle del passato. Inoltre, sentiamo sempre più forte il desiderio di tornare a raccontare storie bellissime, personaggi intriganti, situazioni affascinanti, che possano così, anche parzialmente, far tornare quel senso di “normalità” a cui eravamo abituati. Alla fine di tutto il Coronavirus passerà, ma la nostra cultura italiana resisterà, con tenacia e determinazione, come sta facendo da oltre duemila anni contro ogni paura, attacco, crisi e difficoltà.“
Paolo Chiatti ha, quindi, ripercorso alcuni eventi che si sono susseguiti nel corso dei secoli, caratterizzati dall’aiuto delle Milizie Angeliche, come le pestilenze che si sarebbero esaurite dopo l’apparizione di un angelo.
“Una pestilenza colpi Roma – racconta – ed ebbe termine, secondo la tradizione, nel momento in cui un angelo apparve sulla cima di quello che poi sarebbe stato chiamato Castel Sant’Angelo. Sono partito da queste tradizioni, da queste leggende, per ripercorrere la figura dell’angelo nelle tappe principali della storia dell’arte. Non solo angeli che appaiono in maniera eterea, ma anche angeli che intervengono direttamente nella storia dell’uomo. Nella cultura Assiro-Babilonese più che di angeli si parlava di ‘geni alati’ la cui raffigurazione ha influenzato l’iconografia classica.
Uno degli artisti più attivi in questo campo è Raffaello, ma anche Caravaggio, Michelangelo e tanti altri. Gli artisti contemporanei hanno rivisitato la figura degli angeli. Quella che poteva essere la spiritualità propria degli artisti del Rinascimento, ma anche del ‘700, è sicuramente diversa rispetto a quella che sta alla base delle moderne raffigurazioni. A mio parere, però, è importante trovare questo filo rosso che unisce il remoto passato, dalle prime raffigurazioni dell’arte greco-romana, fino ad arrivare a quelle più moderne nelle quali la figura dell’angelo viene vista sempre come qualcuno che veglia, che guida, quando non interviene attivamente, pensiamo a San Michele, per aiutare l’umanità nei confronti del male, del maligno, contro le avversità. In questo periodo, in effetti, una mano in più non sarebbe proprio sgradita.”