“La bellezza del Natale , il suo profondo significato, inonda ancora una volta la storia , illumina il nostro tempo della luce di Dio e ne irradia, abbondante, i semi di speranza nonostante i giorni colmi di incertezze e dolore causati dai numerosi conflitti in corso nel mondo e dalle violenze che si registrano ogni giorno, direi ogni momento, anche nelle nostre città. Proprio per tale motivo la bellezza e la profondità del Natale non può essere confusa e perciò scambiata né tantomeno barattata come se si trattasse di una festa , sia pure intrisa di sentimento, ma che in fin dei conti ha niente o poco a che fare con l’autenticità che da essa promana”.
Lo ha detto nell’omelia della notte di Natale il vescovo di Terni mons. Francesco Antonio Soddu nel Duomo gremito di fedeli.
“Che cos’è il Natale – si è domandato il vescovo – il Natale è la nascita del signore Gesù ossia il suo ingresso nella storia dell’umanità . Non è un pensiero questo ma un fatto, un fatto che ci coinvolge tutti. Il mistero dell’incarnazione del figlio di Dio, la realizzazione delle attese del popolo eletto e di ogni persona di ogni tempo e di ogni popolo . Realizza le attese di pace per le persone di buona volontà e perciò infonde speranza anche a questi nostri giorni , vissuti nella continua angoscia per noi e per tanti nostri fratelli e sorelle che sono nella sofferenza, nel lutto, nelle lacrime, sommersi dal fango della violenza della natura ma anche oppressi dalle ingiustizie umane, dalle sopraffazioni , dalle torture, dalle angherie, dal rifiuto o dall’indifferenza generale. Sarà perciò fondamentale che ciascun cristiano tenga bene a mente e nel cuore la verità pura e autentica del Natale altrimenti, condotti dal vortice delle varie cose accessorie, saremo portati lontano dal senso profondo di quanto celebriamo e proiettati in un mondo irreale, tanto più e soprattutto in questo periodo in cui in molte parti del mondo e in particolare la terra che lo vide nascere e crescere, la terra santa, soffre a causa della guerra”.
Il vescovo ha poi ricordato come “la collocazione di Gesù dopo il parto fu nella mangiatoia perché non c’era posto per loro nell’alloggio. Cristo che viene nel mondo, attraverso le braccia premurose di Maria, attende ancora di essere accolto nella semplicità della nostra vita, del nostro cuore, della nostra coscienza con lo stesso calore che fu di quella singolare culla, la povera mangiatoia affinché anche il nostro cuore , la nostra coscienza, la nostra vita abbia la stessa povertà ma lo stesso calore.
Siamo peraltro anche testimoni del fatto che negli infiniti alloggi del mondo la persona di Gesù, il Vangelo di Cristo , non trova ancora degno accoglimento. Si ripete la scena del racconto di quella notte ogni qualvolta la gente , i popoli, le istituzioni, le famiglie, la società, Terni, noi, ci si accontenta del proprio orizzonte, sia che si tratti della singola persona, delle mura domestiche, dei confini nazionali, ed accontentandosi di questo stato, inesorabilmente si incorre nella lotta, nella violenza, al fine di salvaguardarne i propri confini. Gesù comunque nasce, viene al mondo ed è deposto in una mangiatoia, che è il cuore, la vita, il pensiero, la generosità di chiunque offre la propria disponibilità ad accogliere il Vangelo, che poi si traduce praticamente nel doverlo testimoniare a 360 gradi”.
“Nonostante il fumo nefasto delle bombe – ha concluso mons. Soddu – e la coltre delle macerie oltre ogni tipo di rancore, odio e di vendetta , oltre ogni buio di disperazione sia anche oggi il Natale del signore, questo Natale, ad iniziare dal nostro cuore , un Natale di giustizia, di pace e quindi di vera speranza per il mondo intero e per le nostre famiglie”.