“Mozart era un massone e nelle sue musiche è possibile ritrovare dei simboli tipici dell’obbedienza. La sua opera più importante, dal punto di vista massonico, è “Il flauto magico” un Singspiel in due atti, dove con i protagonisti si sviluppa una sorta di iniziazione. Musiche meravigliose, ma nello stesso tempo dei valori straordinari per quanto riguarda il simbolismo”.
Gianluca Petrucci, professore emerito del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, ha tenuto una straordinaria lectio magistralis di musica e parole dal titolo “Mozart e l’esoterismo”, organizzata dal Gruppo Archeologico D.L.F.di Terni.
“Il percorso spirituale e intellettuale del più universale dei compositori, evidenzia Maria Cristina Locci responsabile del Gruppo Archeologico DLF, influì notevolmente sulla sua produzione per quella ricerca di risposte di natura filosofico – mistica che lo spinse verso la massoneria, allora l’unica organizzazione depositaria dell’arcano sapere primordiale. L’aver recepito le caratteristiche più innovative del suo tempo con quella modernità che sconvolgeva i vecchi equilibri, lo portò ad interpretare acutamente tale cambiamento, creando quegli equilibri armonici che lo resero il “divino” compositore, il più amato e discusso di tutti i tempi, una vera unicità nell’universo per grandezza.”
“Mozart ha scritto musiche per il rito massonico. Purtroppo, aggiunge il professor Petrucci, l’immagine che abbiamo in Italia della massoneria è completamente deviata. Se si conoscessero le persone che sono appartenute alla massoneria si resterebbe molto meravigliati. Parlo di Gino Cervi, Totò, Goethe, Beethoven, Paganini, Verdi. Com’è possibile trovare una sovrapposizione fra un atteggiamento e una considerazione negativa della massoneria quando grandissimi artisti, grandissimi personaggi sono stati legati all’obbedienza?”