“Possiamo essere soddisfatti di un bilancio di attività che è stato a 360 gradi, come vuole essere il nostro approccio al museo. Questo deve essere un posto aperto a tutti, dove giovani e adulti possono avere occasione di venire più volte nel corso dell’anno perché trovano cose interessanti da vedere. Una proposta non snobistica, ma che parla i linguaggi del contemporaneo a 360 gradi. L’arte si, ma anche il designer, la pubblicità, il fumetto, le sperimentazioni dei giovani, le riletture della collezione permanente come con la mostra dedicata ad Aurelio De Felice in corso di svolgimento.”
Nonostante il terribile periodo che stiamo attraversando dovuto all’emergenza sanitaria, che ha comportato diversi mesi di chiusura, Carlo Terrosi, il presidente della cooperativa Le Macchine Celibi che gestisce il complesso museale del Caos di Terni dal 1 gennaio scorso, è soddisfatto di questo primo anno di attività. Un programma abbastanza intenso con oltre sette esposizioni temporanee, che hanno abbracciato vari linguaggi contemporanei, il cinema all’aperto ed i concerti all’anfiteatro, il cinema francese, le visite guidate. Non solo.
Volendo aprire il Caos a tante realtà diverse per farlo diventare il fulcro della vita culturale cittadina, sono stati stretti rapporti e collaborazioni con le associazioni del territorio. Tra questi l’istituto musicale Briccialdi e varie scuole di danza.
Altra interessante iniziativa è l’implementazione del Fondo della Biblioteca Comunale di Terni conservato presso il Museo Archeologico Claudia Giontella, che contiene centinaia di volumi e riviste a tema artistico, archeologico o legato alla storia locale. Il fondo è stato oggetto di un grande lavoro di catalogazione e di allestimento che, ad emergenza sanitaria conclusa, consentirà di riattivare il servizio di prestito e consultazione. È stato allestita una sala relax e consultazione, con vista sul ‘Telamone’, proprio allo scopo di valorizzare questo importante fondo bibliotecario, con particolare attenzione alla preziosa emeroteca.
Poi c’è anche il Fat Art Club, da anni importante realtà del territorio che alla qualità della ristorazione affianca diverse proposte musicali. Dal 1 novembre prenderà il via il nuovo progetto, una ulteriore scommessa per uno spazio condiviso, un luogo in cui poter lavorare studiare scambiarsi idee. Ci sarà pure l’apertura con orario continuato dalle 10 alle 18 tutti i giorni e la domenica “non ci resta che pranzare” con, appunto, il pranzo domenicale.