La stagione 24/25 del teatro Secci di Terni alza il sipario con lo spettacolo “Matteotti (anatomia di un fascismo)” scritto da Stefano Massini, in scena da mercoledì 23 a sabato 26 ottobre alle ore 20.45.
Un racconto, interpretato dalla bravissima Ottavia Piccolo accompagnata dalla musica dei Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo e con la regia di Sandra Mangini, per ricostruire l’omicidio di Giacomo Matteotti nel centenario della sua morte, con l’impegno di parlare e di ricordare il suo coraggio.
Una produzione Argot Produzioni e Officine della Cultura, in coproduzione con Fondazione Sipario Toscana Onlus – La città del Teatro, Teatro delle Briciole – Solares Fondazione delle Arti e Teatro Stabile dell’Umbria.
Le quattro e quindici del pomeriggio del 10 giugno 1924. Due testimoni dichiarano di aver assistito a una colluttazione all’interno di una vettura e di aver visto espellere quello che sarà riconosciuto come il tesserino dell’onorevole Giacomo Matteotti, parlamentare della Repubblica.
Matteotti (anatomia di un fascismo) parte dalla testimonianza di chi c’era, di chi ha visto e non si è tirato indietro, per ricostruire quanto Matteotti stesso chiamava il pericolo più grande: il pericolo più grande è quello che non capisci, la malattia che fa morire un uomo è quella che non fa rumore, non ha sintomi, non la senti crescere. Anzi, addirittura ne sorridi.
Come sorrideva “Tempesta”, così come era chiamato il giovane Giacomo a Ferrara, quando parlava dei “celibanisti”, quelli che al caffè dietro il Duomo chiedono il celibano perché non lo sanno che il cherry-brand è inglese. Quelli che, d’un tratto, sfilano in migliaia accanto al Contessino, Italo Balbo. Quelli che parlano di riportare ordine nel disordine perché il fascismo nasce sempre in difesa di qualcuno da qualcosa.
Quelli che Tempesta non esita a denunciare: io pubblicamente denuncio la manovra politica con cui si è spacciata l’eversione più radicale camuffandola nel suo esatto opposto, ovverosia nella garanzia dell’ordine. Io denuncio il sistematico uso della forza, la riduzione al silenzio delle voci dissenzienti, io denuncio all’Italia e al mondo intero che un mostro chiamato fascismo ogni giorno diventa più potente proprio grazie al silenzioso assenso di chi per pigrizia lo svaluta, lo legittima e non lo combatte!
A cento anni di distanza è il teatro, è la musica, sono le parole di Stefano Massini, la voce di Ottavia Piccolo, i suoni de I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo a prendersi l’impegno di parlare.
“Matteotti (anatomia di un fascismo) è un racconto popolare contemporaneo che indaga sul fenomeno fascista – scrive la regista nelle sue note – mettendo a fuoco una serie di elementi cruciali e caratterizzanti, il cui esito finale (l’eliminazione violenta del corpo dell’oppositore, quale soggetto rivelatore della realtà dei fatti), corrisponde del tutto alla sua vera natura originaria, al suo inizio.
La persistenza di questo stesso fenomeno, nel tempo e nello spazio, in forme vecchie e nuove, ci porta a considerare quanto sia indispensabile, oggi più che mai, occuparsi della cosa pubblica, del bene pubblico, guidati da un pensiero costruttivo, legalitario, partecipativo, paritario, realistico, competente, attraverso atti e parole chiare, come quelle di Giacomo Matteotti e di sua moglie Velia.”