Dopo la petizione on line con la quale si chiedeva l’apertura della casa museo di Elia Rossi Passavanti ecco una nuova petizione che chiama a raccolta i ternani che hanno a cuore beni immobili di pregio che rischiano di fare una brutta fine come nel caso del convento di San Pietro.
A organizzare la raccolta firme l’architetto Danilo Pirro.
L’appello è rivolto al Presidente dell’ATER Emiliano Napoletti.
“Abbiamo raccolto queste firme – spiega Pirro – affinché venga fermata la riconversione a residenze sociali dell’ex Convento di San Pietro nella città di Terni.
Il convento di San Pietro (ex scuola De Filis) adiacente all’omonima chiesa dei frati Agostiniani è l’unica struttura monastica di origini medievali sopravvissuta alla furia dei bombardamenti del centro della città di Terni nell”ultimo conflitto mondiale.
L’edificio ora in stile seicentesco conserva un bellissimo chiostro di medievale appartenente al complesso originario.
Già la ” Giunta Di Girolamo “(2011) aveva deliberato la vendita all’ATER (ex istituto case popolari) dell’edificio posto con il lato principale lungo via Manassei, per trasformarlo in case popolari, anzi come si dice oggi in “housing sociale” per giovani coppie. Il numero di appartamenti previsto è di solo 12 unità per circa 24 persone, (giovani coppie) con metrature ridotte e il costo dell’intervento edilizio si aggirerebbe sui 2 milioni di euro.
Trasformare un convento del 1600 in appartamenti non è una cosa architettonicamente facile: vi sono dei vincoli strutturali, artistici e ambientali non indifferenti. Pensiamo solo all’illuminazione assai scarsa, e alla necessità di realizzare impianti tecnologici (scarichi, riscaldamento, ecc) per ogni unità abitativa, impattando su strutture antiche. Senza considerare che, se ci sarà un adeguamento sismico, l’edificio sarà interessato in maniera invasiva ad operazioni di consolidamento statico.
Il complesso architettonico, durante la “Giunta Ciaurro”. doveva essere destinato a Museo Archeologico della città, progetto che non prevedeva particolari stravolgimenti e che soprattutto valorizzava il bellissimo chiostro del duecento finalmente fruibile al pubblico.
La conversione in “case” dell’edificio è un intervento che stravolge l’identità del luogo, e ne nega la fruizione al pubblico, di uno dei pochi beni culturali religiosi rimasti in piedi in città.
Vi è poi un dato economico che va considerato – spiega ancora Pirro – con i due milioni di euro disponibili per la ristrutturazione, si potrebbero tranquillamente comprare immobili sul mercato, già abitabili con una spesa inferiore. Senza contare che il costo medio di costruzione di edifici nuovi si aggira sui 1200 euro al mq, ciò significa che con due milioni di euro si potrebbero realizzare 1600 mq di superfice abitativa per circa 64 abitanti dotati di parcheggi , verde , servizi, ovvero di standard urbanistici adeguati ed efficienti energeticamente.
Fatte queste considerazioni, chiediamo che sia fatto un passo indietro in questo progetto, per il bene di Terni e delle future generazioni.
Certi che questo appello verrà accolto”.
La raccolta firme è sulla piattaforma CHANGE.ORG
L’obiettivo è raggiungere le 500 firme. Al momento in cui scriviamo hanno sottoscritto 445 cittadini.
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