“Siamo soddisfatti del risultato conseguito come Partito Democratico, sia a livello nazionale, a livello umbro e a livello cittadino”.
Così il segretario comunale di Terni del Pd, Pierluigi Spinelli.
“Un dato – ha sottolineato Spinelli – che ci consente di guardare al futuro con ottimismo. Avvertiamo – ha aggiunto – la ripresa del partito da qualche anno. A Terni il Pd ha vissuto un periodo molto complicato ma ora sta recuperando un consenso che potrà consentirgli di tornare ad essere un punto di riferimento”.
Con il 23,97% ottenuto alle Europee il Partito Democratico è il secondo partito della città.
“La città di Terni – ha detto ancora Spinelli – è contendibile e ha lanciato un messaggio di fortissima insoddisfazione nei confronti dell’attuale amministrazione, i dati elettorali sono lì a dimostrarlo”.
“Io auspico – ha concluso Spinelli – che il sindaco a stretto giro rassegni le dimissioni” anche perché “non ha mostrato interesse a governare la città, non ha cuore le sorti della città” , dunque “liberi la città da questo peso e le consenta di avere un sindaco che pensi agli interessi della comunità”.
DI PIERLUIGI SPINELLI, SEGRETARIO COMUNALE DI TERNI DEL PARTITO DEMOCRATICO
“Il voto nazionale segna un punto di svolta che fa ben sperare in una tendenza in crescita del PD. La qualità delle candidature proposte è stata sicuramente uno degli elementi più importanti.
Il PD a Terni ottiene di gran lunga il miglior risultato da molte tornate elettorali, posizionandosi come secondo partito in città, con oltre 9.100 preferenze e una percentuale del 23,97%, contribuendo in modo molto significativo alla elezione al Parlamento Europeo di Camilla Laureti che a Terni, con quasi 1800 preferenze, è la candidata più votata. Chi deflagra politicamente ed elettoralmente è Stefano Bandecchi, inesistente a livello nazionale, poco meno su quello regionale e ridotto ai minimi termini nella città che dovrebbe governare. Che in realtà non lo faccia lo conferma il calo vertiginoso dei suoi consensi cittadini. Un fallimento che si scontra con le sue smodate ambizioni, mentre assistiamo allo sfaldamento della giunta che perde un altro pezzo significativo del suo sistema di potere, e lo perde su una questione chiave del futuro della città: i rapporti con il sistema industriale-ambientale della Conca e la latitanza del Comune, come della Regione, del resto, sull’accordo di Programma con il Governo per la riconversione energetica ed ecologica delle acciaierie. Un fallimento che si aggiunge a quelli inanellati in questi mesi: l’ospedale pubblico nel dimenticatoio, lo stadio-clinica inesistente, la Ternana svenduta e retrocessa, la sicurezza urbana e la pulizia della città in abbandono. Questo fine settimana ha definitivamente cancellato la mitologica “immagine vincente” che il sindaco venuto da Livorno ha cercato di dare di sé, grazie ai suoi mezzi finanziari. Ma Terni non si compra e ci ha messo poco, la città, a rendersi conto che nessuno dei problemi reali è stato minimamente affrontato. Decoro vorrebbe che fosse lui stesso a trarne le conclusioni, tanto più che non ha mai nascosto il suo fastidio per le regole e l’impegno che il ruolo comportano”.