Duomo gremito come non mai per il Pontificale di San Valentino che il vescovo celebra la domenica precedente la ricorrenza del 14 febbraio.
L’urna con le reliquie del santo , ieri sera, è stata trasferita in duomo e, questa mattina, subito dopo la messa solenne è stata riportata al suo posto, in Basilica.
Terni. Trasferita in Duomo l’urna con le reliquie di San Valentino
Nella sua omelia il vescovo ha tra l’altro detto: “San Valentino di amore ne è il testimone. Egli prende le nostre vicende umane e le alloggia sulla barca di Simone affinché da lì ed insieme con loro possiamo apprendere i segreti del Regno, ossia la vita buona e bella del Vangelo.
Interceda san Valentino per la nostra città, per l’intera nostra Diocesi e regione affinché seguendo lo Spirito d’amore del Padre sappiamo convergere nell’unità della famiglia dei figli di Dio.
Attiri san Valentino i ragazzi e i giovani, affinché questa festa sia riempita per loro del gusto di una vita splendida dello splendore dei santi.
Siano aperte le porte delle case a san Valentino, affinché la sua presenza sia anima benedicente per ciascun componente.
Illumini s. Valentino le menti di coloro che sono chiamati ad amministrare la cosa pubblica, affinché ogni progetto sia improntato alla edificazione del bene di tutti e specialmente dei più fragili.
San Valentino presenti ogni nostra singola intenzione a Dio per le mani della Vergine Santa, affinché ritornando a noi colme della sua benedizione possiamo progredire con gioia, colmi di speranza, sulla via della salvezza che è Gesù Cristo nostro unico Signore”.
In precedenza il vescovo aveva detto: “Mi preme però innanzitutto precisare che san Valentino è il nostro santo Patrono e, in quanto tale, non è un idolo a cui ricorrere o manipolare a nostro piacimento. Se dunque è il santo patrono questo significa che a lui dobbiamo rivolgere la nostra attenzione unicamente per conformare la nostra vita alla sua, così come egli ha conformato la sua a quella di Cristo”.
E poi riferendosi alle difficoltà che vive il mondo giovanile ha detto: “siamo come Pietro Giacomo e Giovanni i quali, dopo aver faticato tutta la notte, registrano l’amara sorpresa di tirare in barca le reti senza che vi sia un solo pesce. Davanti a questo dramma che tocca non solo la persona dei pescatori ma che coinvolge le loro famiglie e l’intera società, il Vangelo ci fornisce, come sempre, gli elementi per capire la vicenda e scioglierne i nodi. Il dramma di Pietro è anche il nostro dramma, è il dramma di tanti giovani che, delusi dalle tante esperienze delle reti vuote, non sono neanche in grado di riassettarle, compromettendo quindi un’ipotetica nuova avventura”.
Infine, durante il pontificale, il sindaco Bandecchi ha acceso la lampada votiva e pronunciato l’atto di affidamento della città al Santo Patrono, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune.