“La notte non si dorme, è un via vai continuo, fra schiamazzi e liti e poi diciamolo, non è un bello spettacolo quello che vediamo”. La protesta e, insieme, anche l’appello, è dei residenti in viale Brenta, una traversa di via Lungonera Savoia che, sembra periferia della città, in realtà, grazie alla passerella sul fiume Nera che porta inLargo Frankle, sulla quale si affaccia , è divenuta una delle porte di accesso principali al centro cittadino. Lì in quella strada stretta fra i giardini e le case svolgono la loro opera, 2/3/4, dipende dalle sere, prostitute che hanno sfrattato i loro colleghi maschi. “Sono italiane – afferma il gruppetto di abitanti della zona che ci ha contattato – probabilmente romane, a sentire la cadenza con la quale si esprimono”. E si perché , di notte, quando il volume del traffico cala, dalle case si sente tutto , anche perché loro parlano a voce alta. “Ascoltiamo le contrattazioni fra il cliente e la prostituta per la prestazione sessuale e non mancano le litigate, le parolacce e mentre loro discutono, succede anche che, siccome ostacolano il traffico, l’automobilista che non può passare, comincia a suonare il clacson e poi si mettono a litigare anche con lui, succede spesso, abbiamo anche le foto”.
E litigano anche fra colleghe. ” Si, anche fra loro, perché ci sono delle altre, straniere, che esercitano nei pressi, in viale Lungonera Savoia e si insultano da una parte all’altra della strada”.
E poi c’è un signore che si aggira tutte le sere con loro: ” si, si , immaginiamo – sostengono i residenti di viale Brenta – che sia la persona che le sfrutta e che vigila su di loro, le controlla e se fanno qualche cosa che non gli sta bene, le riprende, urla contro”.
Insomma, fra il traffico dei clienti, gli schiamazzi notturni, le liti, i clacson che suonano, “certe notti” sono da incubo.
Questo vuol rappresentare una denuncia e insieme un appello. “denunciamo la situazione di disagio e di degrado a chi di dovere perché sappia cosa accade in una zona della città, con il sopraggiungere del buio e rivolgiamo un appello alle forze dell’ordine, ai carabinieri e alla polizia, affinchè svolgano maggiori controlli; un appello particolare alla polizia municipale i cui uffici distano 2 minuti , a piedi, dai posti dove avviene quello che stiamo raccontando”.
“Non se ne può più , e siamo nella stagione invernale, figuriamoci cosa accadrà questa estate, con le finestre aperte”.