Sono stati restituiti allo Stato italiano 28 manufatti recuperati dai Carabinieri dell’Arte in seguito alla segnalazione effettuata da un privato cittadino che li aveva trovati riordinando gli effetti personali del defunto padre.
La vicenda ha consentito ai militari del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Perugia di eseguire in favore della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, quale ufficio referente sul territorio del Ministero della Cultura, il provvedimento di confisca emesso dalla Procura di Terni.
A seguito della spontanea comunicazione inviata alla Soprintendenza umbra da parte di un cittadino di Terni si accertava infatti che lo stesso, riordinando gli effetti personali del padre deceduto, aveva avuto la sorpresa di trovare all’interno di una cassa posta nella cantina di casa un piccolo “tesoro archeologico” del quale nessuno dei familiari sapeva alcunché. Intuendo l’interesse storico degli oggetti, ha immediatamente avvertito, come prevede la legge in materia di ritrovamenti archeologici, le autorità competenti, ovvero la Soprintendenza di Perugia la quale ha immediatamente informato i “Carabinieri dell’Arte”.
All’esito delle verifiche svolte dai Carabinieri – effettuate anche attraverso la consultazione della “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il database gestito dal Comando Carabinieri TPC che conserva immagini e descrizioni di milioni di oggetti d’arte trafugati – veniva accertato che, nonostante i manufatti non fossero censiti come beni da ricercare, in difetto di valida e inequivocabile documentazione comprovante la lecita detenzione (in questo caso sia da parte dell’erede che del defunto padre), per la legge gli oggetti di valenza archeologica, anche se frutto di ritrovamento fortuito, sono da considerarsi proprietà dello Stato e, di conseguenza, facenti parte del patrimonio culturale indisponibile.
La rilevanza storica dei 28 manufatti è stata confermata dagli esperti archeologi del Mic (Ministero della Cultura) che hanno censito gli oggetti tra bronzei e ceramici di arte etrusco-meridionale, etrusco-corinzia ed etrusco- falisca, la cui produzione è stata collocata in un arco cronologico compreso tra VIII – III secolo a.C. Il valore economico complessivo, che prescinde in modo sostanziale da quello storico-artistico in quanto “testimonianza culturale”, è stato quantificato in circa 30.000 euro.