Sciopero di otto ore e presidio davanti alla sede di Terni, questa mattina, per i lavoratori della Savit, azienda controllata da Busitalia, a totale capitale pubblico, che si occupa di manutenzioni, rifornimenti e pulizie dei mezzi del trasporto pubblico locale. La protesta è stata organizzata da Fiom Cgil e Ugl metalmeccanici contro i sei licenziamenti di altrettanti dipendenti annunciati dall’azienda, che in tutta l’Umbria conta circa 90 lavoratori.
“Come segreterie della Fiom Cgil di Perugia e Terni vogliamo ringraziare i lavoratori e le lavoratrici per la massiccia partecipazione. Il messaggio lanciato è chiaro – affermano Simone Pampanelli segretario della Fiom Cgil di Perugia e Alessandro Rampiconi, segretario della Fiom di Terni – oggi non abbiamo difeso solo sei lavoratori che hanno un futuro incerto a causa di scelte aziendali scellerate, ma abbiamo rivendicato il diritto/dovere del sindacato di contrattare migliori condizioni per i lavoratori. Vogliamo scongiurare i licenziamenti, ma anche ripristinare gli organici che sono carenti e ottenere interventi immediati per migliorare strutturalmente le officine.”
Per Daniele Francescangeli, segretario dell’Ugl metalmeccanici “i licenziamenti sono un’ingiustizia. I sei lavoratori – ha aggiunto – svolgono una funzione importantissima, quella delle sanificazioni e non si comprende la rigidità dell’azienda nel volerli licenziare. Ad oggi non c’è stata alcuna convocazione dopo la proclamazione dello sciopero”.
I lavoratori interessati – addetti al rifornimento attualmente distaccati presso un’azienda terza che si occupa di pulizie – una volta licenziati verrebbero poi riassunti da questa stessa azienda sulla base di un ‘accordo tra privati’ che comporterebbe comunque il passaggio al contratto del pulimento, più svantaggioso.
“Fin quando non cambieranno i presupposti di questa vertenza continueremo le mobilitazioni che la legge ci consente – concludono i due segretari Fiom – Per questo già sono proclamati altri due giorni di sciopero per il 3 e 4 maggio. Inoltre, per il prossimo futuro, non escludiamo una unificazione delle lotte con i lavoratori degli altri settori interessati”.