Su quanto dichiarato ieri dal Presidente della Ternana, Stefano Bandecchi, in merito al motto della Folgore su una maglia da lui indossata, interviene l’associazione Sentieri Partigiani di Terni. Associazione attiva principalmente , guarda il caso, in tre città con cui Bandecchi ha familiarità, Terni, Roma e Livorno.
Alcuni dei Soci hanno sollecitato il Consiglio Direttivo di Sentieri Partigiani APS a prendere una posizione relativamente alla vicenda della T-shirt indossata del Presidente della Ternana Calcio con un motto delle brigate nere di fascista memoria .
I Soci ed i Simpatizzanti della nostra Associazione sono principalmente di Terni, Livorno e Roma, ma queste sono anche le tre Città dove il Presidente ha interessi, ecco quindi spiegata l’ esigenza di molti dei Nostri di un chiarimento a riguardo.
Partiamo dal presupposto – si legge nella nota – che non compete alla nostra Associazione parlare della Ternana Calcio in relazione alla gestione attuale, noi abbiamo una nostra squadra che si chiama ASD Antonio Gramsci Terni 1973, della quale andiamo orgogliosi, quindi non intendiamo entrare minimamente nel merito dell’ attività sportiva, non entriamo neanche nelle vicende Stadio – Clinica – Cittadella dello sport, sono argomenti che non ci competono, ma quella frase scritta sopra quella maglia nera ci tocca direttamente quanto meno per il nome che ci onoriamo di portare.
Segnaliamo al Presidente che, se una maglia del corpo nel quale ha svolto il Servizio Militare, ha su un motto di una divisione fascista, in questo Paese chiamato Italia si rischia un’ imputazione per apologia; segnaliamo anche al Presidente che ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria di Terni e lo ha fatto lo stesso giorno al quale lo stesso Titolo è stato concesso ad una donna di nome Liliana Segre; segnaliamo infine che troviamo alquanto singolare questa esposizione a ridosso del 25 Luglio, data dell’ arresto di Mussolini e della caduta del fascismo.
Concludiamo questa riflessione con la nostra opinione che la concessione di questa onorificenza è stata alquanto avventata e, alla luce dei fatti, inopportuna nella concomitanza con quella data lo stesso giorno ad una donna (la Segre), che di quel regime porta i segni sul corpo e i ricordi indelebili nella mente.
Auspichiamo – questa è la conclusione – che il Presidente non continui con queste modalità dello spostamento dell’attenzione da ciò che è evidente ad altro, una maglia della folgore con un messaggio sbagliato, rimane tale anche se si accompagnano le vecchiette ai ventesimi piani, uno slogan fascista non dovrebbe appartenere ad un apparato di un Esercito di un Paese Democratico, anche perché se così realmente fosse si imporrebbe una riflessione seria sull’ esistenza nel 2022 di tale apparato, il quale violerebbe palesemente la Costituzione stessa.