Si sono date appuntamento in Piazza Tacito le “Sentinelle in piedi” di Terni per manifestare tutta la loro contrarietà al disegno di legge che porta il nome di Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico che approda alla Camera il 27 luglio.
ECCO COSA DICONO LE “SENTINELLE”
Siamo scesi in piazza per la prima volta nell’estate del 2013 per difendere la libertà d’espressione, mentre qualcuno cercava di far passare, nell’indifferenza generale, la legge Scalfarotto: sei anni di carcere per chi osasse esprimersi pubblicamente in maniera diversa dai dettami del politicamente corretto.
Da allora, in molte piazze italiane, in silenzio, leggendo un libro, abbiamo testimoniato per la verità sull’uomo, opponendoci anche alla legge sulle cosiddette unioni civili, all’introduzione dell’eutanasia, e alla propaganda dell’ideologia gender, che nega la natura dell’uomo e della donna, ingannando le persone e illudendole che una legge menzognera possa dare la felicità.
In questi anni, un popolo ha aperto gli occhi su tali inganni, e oggi, di nuovo, ci alziamo in piedi di fronte alla stessa lobby, che sta cercando di imporre agli italiani un nuovo testo liberticida, il ddl sulla cosiddetta “omotransfobia”, del deputato Alessandro Zan.
La proposta di legge istituisce un un nuovo reato, l’ “omofobia”, che non viene definito nel testo, lasciando così spazio a interpretazioni e derive liberticide, che colpiranno chiunque esprimerà un pensiero non allineato al mainstream. Ogni atto di violenza e di ingiusta indiscriminazione è già punito dal codice penale, indipendentemente da chi sia la vittima. Perché introdurre, sotto mentite spoglie, il reato di opinione? In Italia, chiunque difenda la famiglia fondata sul matrimonio esclusivo tra un uomo e una donna o promuova il diritto, per chi vuole, di essere aiutato a liberarsi di pulsioni indesiderate verso persone dello stesso sesso, è regolarmente additato dai media come omofobo.
E il testo Zan ora lo minaccia del carcere. Oggi, questa pena tocca a chi desidera difendere la verità sulla natura umana. Domani, potrebbe toccare a chiunque sia scomodo ai detentori del potere. La storia insegna che, in un periodo di estrema difficoltà, come quello attuale per il popolo italiano, tali considerazioni non sono fuori luogo.
In caso di approvazione del testo, sarà possibile per il gestore di una palestra vietare l’ingresso nello spogliatoio delle donne ad un uomo che uomo “non si sente”? Sarà possibile proibire ad un uomo che “si sente donna” l’accesso alle toilette femminili, o la partecipazione a gare sportive dell’altro sesso, o la fruzione di agevolazioni pensionistiche? Sarà possibile per un genitore fare in modo che il figlio non partecipi ad attività scolastiche organizzati da realtà lgbt? Sarà possibile, anche per un sacerdote, citare pubblicamente e insegnare il magistero della Chiesa cattolica sul matrimonio e sulla sessualità? Sarà possibile affermare che la legge sulle unioni civili è sbagliata, anche se è una legge? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio, o opporsi alle adozioni cosiddette “omo-genitoriali”? Per tutte queste domande, il ddl sull’ “omofobia” ha una sola risposta: no. Con questa legge, di fatto, dire la verità sulla natura dell’uomo diventerà reato. Ma istituzionalizzare il divieto di esprimere la verità apre la strada ad ogni arbitrio, contro chiunque. A chi giova questo, se non ad un’élite che vuole accentrare a sè il potere su tutti i cittadini?
In piazza a Terni c’erano un centinaio di persone. Nessuno di loro ha voluto rilasciare dichiarazioni. Tra i presenti, di spicco,la senatrice della Lega Valeria Alessandrini, il vice presidente del consiglio comunale di Terni Devid Maggiora (Lega) che si è limitato a dire al sottoscritto “questa è una battaglia della Lega, sono qui a titolo personale ma anche in rappresentanza del partito”. Molti i cartelli esposti: “Stop legge contro omotransfobia”, “”Non si può rischiare la prigione per un’opinione” , “Dopo una pandemia l’emergenza non è l’omotransfobia”, “Non imbavagliate le coscienze” , “Restiamo liberi”, “Difendiamo la libertà di opinione”.