“Basta parlare di cordoglio, è il momento che il Governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza si assumano le responsabilità. Massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità! Vogliamo luoghi di lavoro sicuri senza il ricatto della perdita del lavoro e dei bassi salari. A partire dai cantieri. Vogliamo l’apertura di un confronto vero il Governo su questi punti e su tutta la Piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil”.
Per questi motivi oggi pomeriggio Cgil (Fiom e Fillea) e Uil (Uilm e Feneal) hanno organizzato sotto la sede della Prefettura a Terni, in viale della stazione, un presidio che ha fatto seguito alle due ore di sciopero alla fine di ogni turno, forme di protesta alle quali non ha aderito, a Terni, come in tutta Italia, la Cisl. Il sit in , infatti, è stato organizzato a livello nazionale sotto le sedi delle prefetture italiane. Una delegazione di rappresentanti dei lavoratori è stata ricevuta dal capo di gabinetto del Prefetto, Luca Iervolino.
“Abbiamo proposto di continuare questo tavolo – ha detto Stefano paloni (Feneal-Uil) – perché è necessario rivedersi , creare una piattaforma per capire dove incidere al fine di cercare di limitare , ed eliminare possibilmente, gli infortuni. Le responsabilità secondo noi – ha aggiunto Paloni – ricadono su chi dà gli appalti, i sub-appalti , chi non controlla se vengono applicati oppure no i contratti nazionali. Da parte della Prefettura c’è stata data massima disponibilità per stilare un protocollo per questo territorio”.
“Quella filiera del sub-sub-subappalto si verifica anche in questo territorio – ha detto Alessandro Rampiconi (Fiom-Cgil) – è successo a Firenze ma è stata una casualità, poteva essere Terni, come è già successo questa mattina a Cesi, poteva essere un’altra città di questo paese per cui l’indignazione che abbiamo manifestato è l’indignazione che oggi non può finire qui. Abbiamo bisogno dei protocolli e di regolamentare il sistema degli appalti e dei sub appalti. Non ci fermeremo”.
CLAUDIO CIPOLLA , SEGRETARIO PROVINCIALE CGIL: bisogna fare leggi e protocolli che tutelino il lavoro. Un lavoro di qualità, dove si applicano i contratti e dove si evita la pratica del massimo ribasso. Un lavoro dove si investe sui macchinari, in manutenzione e formazione.
FABIO BENEDETTI SEGRETARIO REGIONALE UIL UMBRIA: chiediamo maggiore sicurezza in una condizione che somiglia a una strage. L’Umbria resta maglia nera rispetto a questo tema , oggi c’è stato l’ennesimo incidente a Cesi con un 65enne caduto da una impalcatura. Chiediamo più attenzione alle istituzioni che devono avere a cuore il tema della sicurezza sul lavoro e che facciano qualcosa per arginare queste stragi silenti. Nel 2024 non si può morire per lavoro, la media è di 3 morti al giorno, non è possibile giustificare una strage come questa.