Il tanto discusso meta progetto che i tecnici del comune di Terni avevano redatto nei mesi scorsi per il Teatro Verdi e che tante polemiche aveva suscitato, è di fatto superato. Lo è per il fatto che la giunta comunale nella riunione pre natalizia del 23 dicembre ha approvato un bando internazionale per un concorso di idee sulla ristrutturazione del teatro stesso. E’ pur vero che nella delibera c’è scritto “di declinare le esigenze tecniche espresse nel meta progetto” ma ci è anche aggiunto che “il concorso, per sua natura, garantisce la massima libertà ai professionisti”.
L’unico “vincolo” è quello apposto dalla soprintendenza dei beni culturali dell’Umbria in base al quale si ritiene “non opportuno il prospettato tentativo di ripristino della facies ottocentesca del teatro, per la parte degli allestimenti interni, della sala spettatori, dei palchi laterali.”
La giunta peraltro ha individuato 11 punti dai quali chi concorrerà al bando non potrà derogare, sono:
1) il teatro dovrà essere adeguato ad ospitare l’opera lirica, la prosa, la musica sinfonica e da camera, la musica pop, convegni
2) dovrà essere realizzata una sala prove o un teatro ridotto
3) camerini e locali di servizio dovranno essere realizzati sotto il palcoscenico
4) dovrà essere realizzata una nuova buca per l’orchestra
5) la capienza non dovrà essere inferiore agli 800 posti
6) il palcoscenico dovrà garantire la migliore visibilità
7) si dovranno valutare le migliori condizioni acustiche
8) si dovrà valutare il migliore sistema scenotecnico
9) si dovranno individuare nuove vie d’uscita, abbattere le barriere architettoniche e realizzare scale antincendio su vico del teatro e largo sant’Agape
10) sempre su largo sant’Agape dovranno essere ricavati locali per uffici ed espositivi dedicati alla storia del Verdi
11) si dovrà recuperare parte della progettazione esecutiva strutturale, già effettuata.
Il tutto nell’ambito del vincolo apposto dalla soprintendenza, della sostenibilità economica, della sicurezza generale, delle norme antisismiche e della capienza.
Sono 600 mila gli euro destinati al concorso.
Il finanziamento complessivo del primo stralcio dei lavori è superiore ai 4 milioni 600 mila euro.
La delibera è stata accolta con entusiasmo dal consigliere comunale Michele Rossi, tra i più netti avversari del meta-progetto.
“In pratica avevamo ragione – scrive Rossi – quando ci domandavamo come si sarebbe potuta svolgere una fase concorsuale di idee se era lo stesso Comune a fornire una idea progettuale cosi già ben definita nel cosiddetto metaprogetto. Contrariamente a chi sosteneva che dovevamo sorbirci inevitabilmente quella soluzione architettonica, oggi la realtà dei fatti ci ha dato ragione, quell’idea progettuale è di fatto superata con la scelta di procedere ad un concorso internazionale che appunto per sua stessa natura deve poter essere aperto ad ogni idea dei partecipanti.
Dunque – aggiunge Rossi – smentito nei fatti e dal testo della delibera chi, magari per propaganda, forzando allora le decisioni politiche, ha voluto ad ogni costo portare a casa una soluzione progettuale risolutiva a suo dire per il nostro Teatro Verdi.
In pratica quel progetto (il Metaprogetto) rimane sulla carta come una delle possibili soluzioni e non – come ci fu presentato – come la sola possibile alla luce degli impedimenti esistenti (vincolo soprintendenza con relative trattative e scarsità delle risorse economiche disponibili).
Su quel metaprogetto poi, cosi come sul ripristino della facies ottocentesca del Teatro, la Soprintendenza, è giustamente e correttamente ricordato in delibera, non ha mai espresso un parere finale, quest’ultimo demandato all’invio di nuova documentazione conclusiva.
Dal concorso di idee è naturale aspettarsi nuove soluzioni progettuali (penso alla proposta di Teatro all’italiana che il metaprogetto abbandonava per la soluzione auditorium) che propongano quella qualità architettonica che la città si aspetta e merita.
Anche in politica – scrive ancora Rossi – non ho mai sopportato le mezze verità e i sotterfugi associati alle prepotenze. La delibera conferma due cose che ho sempre sostenuto in tema di Teatro Verdi e che mi hanno portato a scontrarmi convintamente su questo.
1) Il metaprogetto presentato ed addirittura fatto approvare dalla Giunta non ha alcun valore se non da esempio e verrà necessariamente (e per fortuna) superato dalla libertà progettuale che obbligatoriamente deve esserci se si vuole e cosi sarà, un concorso di idee. Dunque il Verdi non sarà mai quella “spasa di sedie” o “cinema porto” che tanto piaceva a qualcuno.
2) Non esiste un parere definitivo da parte della Soprintendenza sul rifacimento della facies ottocentesca (progetto Poletti). Esiste un assurdo vincolo ma può essere anche questo superato come il metaprogetto è da esempio. Finalmente un po di verità è stata fatta. Ora sul Teatro Verdi spero che parlino solo i progetti che parteciperanno al Concorso che spero possano arrivare da più studi di architettura nel mondo.”