Dall’utilizzo delle lettere manoscritte all’avvento dei social network, come cambia la scrittura e la comunicazione.
È stato questo il filo conduttore degli eventi che si sono svolti questa mattina alla BCT di Terni.
Protagonista del primo workshop, intitolato “Come si scrive una lettera d’amore”, è stata l’autrice Ilaria Gaspari che ha coinvolto nell’iniziativa alcune classi dei licei ternani. “Per scrivere bene una lettera bisogna prima di tutto avere forte in mente il destinatario o la destinataria – ha spiegato ai ragazzi – in secondo luogo si deve evocare in mente con forza la persona a cui si vuole scrivere e infine non si deve avere paura di esporsi. Nell’era dei social network è ancora importante scrivere delle lettere perché la lettera costringe a entrare in uno spazio di riflessione che altrimenti non si esplorerebbe. Inoltre è utile scrivere manualmente e non con l’ausilio di una tastiera: consente di essere maggiormente sinceri”.
La medesima riflessione sull’importanza di utilizzare ancora le lettere per comunicare con la persona amata è stata proposta da Davide Orecchio, autore del libro “Lettere ad una fanciulla che non risponde” (Bompiani). In particolare, sottolinea come la comunicazione digitale sia spesso superficiale, mentre la scrittura delle lettere consenta di approfondire l’emotività e il pensiero critico.
Cinzia Tani, autrice del libro “Mia per sempre. Quando lui uccide per rabbia, vendetta, gelosia” ha dialogato con Andrea Di Consoli nel talk “Grandi classici della gelosia”. “In passato l’uomo non uccideva mai la sua compagna perché non ne aveva motivo – afferma Tani – in quanto la donna non lavorava e non si divorziava. Spesso, anzi, era la donna a uccidere il compagno perché lui la tradiva. Con l’emancipazione è iniziato questo fenomeno raccapricciante chiamato femminicidio. Ci sono dei segnali da cogliere, ma spesso le donne o non se ne accorgono o li ignorano. Tuttavia, al primo schiaffo, alla prima umiliazione o alla costrizione di un rapporto sessuale non consenziente si deve avere il coraggio di andarsene. È importante educare i giovani sin da subito, partendo dalla scuola, dalla famiglia, non dividendo i maschi dalle femmine, non generando lacune tra i generi”, ha detto ancora l’autrice.