“New generation community” è un progetto di contrasto alla povertà educativa rivolto a bambini e ragazzi tra i 5 ed i 14 anni che conta 45 partners – 16 associazioni, 3 cooperative sociali, 2 fondazioni, un’azienda pubblica di servizi alla persona, 13 istituti scolastici, 6 enti locali, un ente no profit, il carcere di Terni e l’università degli studi di Perugia – nonché il coordinamento del Cesvol Umbria, sede di Terni. È stato selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile sostenendo interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Le zone sociali 10-11 e 12 della provincia di Terni sono state scelte per sperimentare questo modello innovativo di welfare comunitario in contesti territoriali fortemente svantaggiati e diversificati, per contrastare la demotivazione allo studio e ampliare l’offerta formativa dentro e fuori la scuola, con un occhio attento alle situazioni di vulnerabilità e di svantaggio.
“Coinvolgere e allargare la comunità educante – ha detto Silvia Camillucci, coordinatrice del Cesvol – per noi significa costruire una comunità solidale e competente, significa tessere reti di relazioni e di collaborazioni a partire da una visione in cui l’educazione, l’istruzione, la partecipazione alla vita sociale, l’inclusione e l’intercultura, il miglioramento e la cura dell’ambiente, la lotta contro la marginalizzazione diventano ambiti di lavoro che consolidano le condizioni per cui la dispersione e la demotivazione allo studio possa essere affrontata non come somma di casi, ma come problema sociale e scolastico locale rafforzando il ruolo centrale delle scuole nelle diverse comunità territoriali”.
Questa mattina in Provincia il progetto “New generation community” ha preso il via con il primo workshop teso a costruire una comunità educante capace di rilevare il disagio, costruire percorsi educativi specifici e verificarne l’efficacia. Oltre mille famiglie saranno le destinatarie, dirette e indirette, del progetto che punta a raggiungere, in 30 mesi, 14mila minori a rischio di abbandono scolastico e di esclusione per povertà, disturbi dell’apprendimento, disabilità, per situazioni familiari delicate seguite dai servizi sociali o per le difficoltà legate al fatto di essere immigrati di prima e seconda generazione.
Tra le attività scolastiche ed extrascolastiche, alcune già iniziate, laboratori fonologici e sui sentimenti, letture inclusive, percorsi di cittadinanza attiva e di rigenerazione urbana ma anche una web serie sui diritti umani.